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17/11/24 ore

Ucraina e Russia


  • Silvio Pergameno

Parlare di Ucraina oggi significa soprattutto parlare di Russia, di Germania, di Europa, di Stati Uniti, perché il paese si sente stretto  al collo il cappio del Cremlino e della politica di potenza che Vladimir Putin sta cercando con costante tenacia di costruire e che rappresenta, tra l’altro, un forte motivo di organizzazione del consenso interno, sollecitato sul gradimento che questa politica riscuote presso l’opinione pubblica, della qual viene stimolato l’orgoglio nazionale.

 

Gli ucraini hanno disperatamente cercato una via di uscita con il tentativo, sorretto da una fortissima pressione popolare, di un patto con l’Europa  che aprisse la strada all’ingresso, in un prossimo futuro, nell’Unione Europea: l’unica possibilità per sfuggire all’abbraccio mortale del potente vicino. Ma, come al solito l’inesistente Europa non è stata in grado di fare nulla, se non coprirsi di vergogna.

 

A questo punto è molto difficile dire cosa potrà succedere. Ma la prima cosa da osservare è che proprio per l’Europa si prospetta un domani pieno di rischi. Il progressivo disimpegno americano nei confronti dell’Europa e del Medio Oriente ha riaperto la strada alle speranze russe di giocare un ruolo di promo piano in questo scacchiere, un piano del quale alcune tappe sono già state conquistate: politica dell’energia.

 

E i dirigenti del Cremlino hanno ormai le chiavi in mano di questa politica. Le fonti di energia per l’Europa si chiamano Medio Oriente e Asia Centrale. Nel Medio Oriente un ruolo poteva essere giocato dalla Turchia, paese musulmano, ma appartenente alla storia europea e soprattutt una nazione che ha compiuto una rivoluzione democratica. Con ritardi, lentezze, qualche andamento altalenante, ma che e proprio l’immissione nell’Europa avrebbe consentito di gestire per il meglio.

 

Solo che, al solito, l’Europa non c’era e le fisime europee hanno per mezzo secolo fatto di tutto per evitare che la Turchia, già membro della NATO, vedesse schiudersi le porte dell’Unione. Così, complice il disimpegno USA (scappati da Iraq e Afghanistan) , la Russia si è insediata nel Medio Oriente e fornisce all’Iran l’uranio per il programma atomico di Teheran e, se Teheran pensa di trovarsi una via nuova verso occidente, Mosca ha carte da giocare per controllare lo svolgersi degli avvenimenti.

 

Il passo successivo è stato quello di aver restaurato Bashar el Assad a capo della Siria quel Bashar che ha già sulla coscienza i centocinquantamila concittadini massacrati, più tutti quelli di cui la protezione del Cremlino gli consente  di continuare tranquillamente a fare strame.Quanto all’Asia centrale, la Russia ha chiaramente in mente un disegno di restaurazione della potenza ex zarista ed ex sovietica, un disegno nel quale l’Ucraina ha un ruolo di primo piano, trattandosi del paese più evoluto, più europeo e di gran lunga più popoloso del gruppo di stati dell’ex Unione Sovietica emancipatisi nei primi anni novanta del secolo scorso.

 

Vladimir Putin sta ripetendo passo dopo passo una strada parallela a quella che Hitler percorse negli anni trenta, con il Riarmo della Renania, il primo tentativo di Anschluss dell’Austria nel 1934, poi portato a termine nel 1938 e poi la questione dei Sudeti con la Cecoslavacchia, quei Sudeti che furono allora per la Germania quel che i russi di Crimea sono oggi per Mosca; e infine la questione Danzica, quando l’Occidente fu costretto a dire basta. Con il seguito che conosciamo.

 

E’ chiaro poi che, con le conseguenze dell’abbandono americano, l’Europa sarà comunque, nel prossimo futuro, costretta a mantenere un rapporto di sempre maggiore prossimità con la Russia; ma è altrettanto chiaro che nella condizione di frantumazione  e di impotenza nella quale versa, le regole del gioco saranno dettate dalla Russia, che poi avrà facile gioco a mantenere buoni rapporti con la Gran Bretagna, cane da guardia del mantenimento della politica di equilibrio tra i paesi del continente, cioè dell’attuale stato di divisione e di debolezza in cui versiamo e di cui l’Ucraina è oggi  la vittima .

 

Il paese versa in una difficile condizione finanziaria, la Russia offre quindici miliardi di euro, sia pur centellinati giorno per giorno in base alla buona condotta degli ucraini, memori dei milioni e milioni di kulaki fatti fuori tra il 1929 e il 1933 e dei continui soprusi subiti quotidianamente fino all’ultimo, gravissimo di oggi, quando la Russia la ha fatta da padrone, infischiandosene altamente del diritto internazionale e dell’ Organizzazione delle Nazioni Unite, che tanto può sempre tenere a bada con il diritto di veto al Consiglio di Sicurezza.

 

Naturalmente, una campagna di feroci diffamazioni nel più perfetto stile stalinista, è stata subito scatenata contro i "fascisti" ucraini, mentre la permeabilità dei confini consente la messa in scena di provocazioni di ogni sorta e noi…noi stiamo a guardare, probabilmente convinti che la nostra prudenza abbia salvato la pace….. stile Neville Chamberlain.

 

[Fonte dell'illustrazione: http://nuzgul.livejournal.com/]

 

 


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