“A me piace molto, ci ho riso sopra, #bastapolemiche” aveva cinguettato - ops, non è politically correct, non siam qui per dare del volatile a nessuno, quindi - aveva dichiarato su Twitter Maria Elena Boschi, ultima vittima dell'acerrima nemica di politici e vip: la Satira.
Ma la wonderwoman dei diritti abusati delle donne, Laura Boldrini, proprio non ce la fa ad accogliere l'invito hastaggato dalla ministra delle Riforme così, armata di indignazione e sfolgorante retorica, alle telecamere di In Mezz'ora ha dichiarato guerra all'attrice Virginia Raffaele, rea di aver imitato la bella Boschi cedendo al “sessismo” più bieco e ingiusto.
L'abominevole performance dell'imitatrice, mandata in onda durante la puntata di Ballarò, prendeva di mira la renziana ministra risaltandone l'indubbio fascino e forzando la mano sull'antico filosofico assioma secondo cui la bellezza esteriore apre molte porte - in questo caso quelle del governo - anche se non necessariamente corredata da un bagaglio di esperienza e capacità effettive.
Come diceva il saggio, insomma, bella potrebbe non essere proprio uguale a stupida (o diversamente intelligente, certo), ma quasi. Non una novità, d'altronde, nel mondo della Satira. Basterebbe tornare poco poco indietro nel tempo per farsi quattro risate davanti alle imitazioni delle varie Nicole Minetti o Mara Carfagna, famose ministre, parlamentari o consigliere regionali berlusconiane dall'indubbia avvenenza e dalla procace presenza.
Ma lei, no, superBoldrini è stanca di questi vecchi stereotipi che non fanno altro che danneggiare le donne: perchè non vengono mai imitati i politici maschi prenendo spunto dalle loro debolezze? Si è mai vista una caricatura di Bossi, o di Brunetta, o di Renzi, o di Berlusconi, o di quello svizzero-abbruzzese lì, sisi, quel Razzi del vitalizio e delle donne ecc? Perchè la Satira italiana è “sessita”, dice la presidente della Camera.
Sessisti tutti, uomini, donne, di sinistra, di destra, sessista la tv, sessisti i giornali. Sessista mo pure la legge elettorale. Sessista la musica, e l'arte e lo sport; sessista la letteratura, il cinema, la scuola. Sessisti sessisti sessisti. Ecco. Faccio quello che fa Boldrini, corro il suo stesso rischio. Quello di usare a casaccio una parola, svuotandola totalmente del suo significato.
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