Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

23/12/24 ore

Carceri, i Giovani Democratici si sono materializzati con tanta ipocrisia


  • Luigi O. Rintallo

All’improvviso, si sono materializzati a Milano, una decina di Giovani Democratici, l’organizzazione giovanile del PD: li credevamo persi nello spazio siderale dell’universo gruppettaro anni 70, invece sbagliavamo. Lo hanno fatto in occasione di un convegno su carceri e giustizia al quale partecipava il ministro Annamaria Cancellieri, per inscenare una contestazione con distribuzione di carte dei Monopoli dove era scritto: “Telefonata della Cancellieri. Esci di prigione”.

 

Prontamente sul sito del «Corriere» è comparso un video con tanto di intervista a una giovane promessa, che c’è da dubitare subirà la metamorfosi prevista dal noto aforisma di Arbasino. Eccolo chiedere le dimissioni del ministro, perché da quando è al governo ci sono stati 26 suicidi in cella di detenuti, senza che da via Arenula si sia intervenuti per evitarlo. Il tutto condito da un sorrisetto furbo alla Floris che non faceva altro che palesare quanto fosse strumentale, sconcertante e miserevole tutta la messinscena.

 

Dove fossero i “giovani democratici” in questi anni non sappiamo. Certo non al fianco delle battaglie radicali per la difesa della dignità di detenuti e guardie carcerarie. Né li si è incontrati durante la raccolta firme per i referendum sulla giustizia. E men che meno davanti alle procure che si sono distinte nell’utilizzare la carcerazione preventiva contro le regole dello stato di diritto, per supportare indagini che si sono poi dimostrate alla prova dei fatti totalmente ingiustificate.

 

Salgono ora in ribalta, come quelle sagome azionate al momento giusto dai giostrai nei tirassegni.

 

Dopo aver coperto per decenni i comportamenti che hanno condotto l’Italia a essere condannata a livello internazionale, si dicono preoccupati delle condizioni delle carceri italiane, quando sono stati silenti persino in occasione del messaggio al Parlamento del Capo dello Stato sull’amnistia.

 

Se in loro risiedesse il futuro della politica, non ci sarebbe davvero da stare allegri visto che - quanto a ipocrisia e spregiudicatezza - non hanno nulla da invidiare al cinismo delle peggiori dittature del secolo scorso.

 

 


Aggiungi commento