Tra i pregi che vanno riconosciuti a Mario Draghi c'è senza dubbio quello di saper presentare bene anche un prodotto mal riuscito.
Lo abbiamo visto, complice una stampa compiacente, col recente G20 a Roma. Lo vediamo ora con il cosiddetto ddl concorrenza, molto deludente rispetto alle attese e agli annunci.
Ci si aspettava infatti un concreto cambio di passo in vista dell'attuazione del Pnrr, ci dobbiamo a quanto pare accontentare solo di una cambio di strada, "la terza", annunciata con soddisfazione dal Presidente del Consiglio con l' "operazione di trasparenza".
Sulla falsa riga del censimento catastale, questa investirà il settore delle "concessioni, quelle relative alle spiagge, alle acque minerali e termali, alle frequenze". "I cittadini potranno così verificare quanto ciascun concessionario paghi per esercitare la sua attività».
In compenso tutto resta per ora immutato, con buona pace delle direttive europee che ci chiedono interventi di liberalizzazione da quasi venti anni.
Non va meglio a proposito di taxi, ambulanti, notai, inceneritori. Tutte annose questioni su cui ogni volta il legislatore annuncia riforme prima di prendere e perdere tempo. Succede anche con Draghi, evidentemente meno "potente" di quanto si voglia far credere.
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