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16/11/24 ore

Grecia, che fare? La divisione regna sovrana



Siamo alla vigilia dell’ennesima settimana cruciale per il futuro dell’Euro. Protagonista in negativo è tornata a essere la Grecia, malata cronica, di nuovo con un piede nella fossa dopo la scoperta di un altro rilevante buco (circa 3 miliardi di euro) nel bilancio rispetto alle previsioni di risanamento. Sarà necessario quindi intervenire in qualche modo, forse con altri aiuti.

 

In proposito restano le divisioni in Europa. Il presidente francese Francois Hollande guida un gruppo di paesi, più che altro del sudeuropa, propensi a concedere ad Atene nuovi aiuti. La Germania, invece, esclude di accordare una proroga ad Atene rispetto al tempo concesso fino al 2014, secondo gli impegni già presi, per risanare il bilancio.

 

Il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, è stato chiaro:"Non è pensabile mettere a punto un nuovo programma per la Grecia", sottolineando che "ci sono dei limiti agli aiuti" che possono essere concessi ad Atene. Quanto alla "prospettiva di un collasso dell'euro”, il ministro ha colto l’occasione per dire che si tratta di “una speculazione senza senso". Tuttavia, per Schaeuble i governi della zona euro "sarebbero stupidi" se non pensassero ad un piano d'emergenza nel caso in cui le iniziative per risolvere la crisi dovessero fallire”.

 

Sulla Grecia si è espresso anche Jean-Claude Juncker. Il presidente dell'Eurogruppo ha ammesso che “un’uscita dall'euro è "tecnicamente" possibile, ma i rischi politici sono "imprevedibili". Secondo il premier lussemburghese una 'Grexit' "non sarebbe concepibile politicamente ed avrebbe rischi imprevedibili. Per questa ragione non ha senso speculare su scenari di questo tipo". Tuttavia, non ha escluso un'uscita della Grecia dall'euro nel caso in cui "violasse tutte le regole e non rispettasse nessun accordo".

 

Insomma, come evidente da queste dichiarazioni al limite della schizofrenia, l’incertezza regna sovrana. Ciò rispecchia una situazione in cui, come ha sottolineato in un recente incontro  l’economista Mario Deaglio, “gli esperti ne sanno sempre meno”, figuriamoci - varrebbe la pena aggiungere - i governanti.

 

Siamo di fronte, infatti, a “una crisi di sistema" e con  i normali strumenti d’analisi è difficile prevederne gli sviluppi.  Per fronteggiarla le ricette utilizzate hanno dimostrato fin qui di non funzionare. Si pensi proprio alla Grecia, già salvata tre volte con misure che hanno depresso il pil provocando minore entrate e quindi il “buco” di cui sopra.

 

Dal canto suo il paese ellenico vuole resistere. “Dobbiamo sopravvivere e rimanere sotto l'ombrello dell'euro”, ha dichiarato, secondo quanto riporta Bloomberg, al settimanale Vima il ministro delle Finanze greco, Yannis Stournaras, sottolineando che “è l'unico modo per proteggerci da una povertà che non abbiamo ancora sperimentato”.

 

Uno stato di povertà su cui potrebbero ricadere anche gli effetti del clima. Già si parla, infatti, di crisi energetica e forse di una situazione di carestia mondiale d’altri tempi, dovuta proprio alle condizioni climatiche estreme che hanno colpito quest’anno vaste aree del pianeta. (A.M.)


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