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16/11/24 ore

Telecom, De Benedetti Vs Tronchetti: scontro fra “Titani”



Per la serie “chi sono io, chi sei tu”, è andata in scena una succosa singolar tenzone fra due protagonisti del capitalismo all’italiana. Da una parte Lui, Carlo De Benedetti, tessera numero uno del Pd e gran capo del gruppo editoriale La Repubblica-Espresso; dall’altra Marco Tronchetti Provera, che con il grande magheggio delle scatole cinesi in passato ha fra l’altro guidato (male) Telecom.

 

E proprio le vicende di quest’ultima sono state il terreno dello scontro. Ha iniziato Carlo De Benedetti, molto attivo ultimamente su molti fronti, a sferrare le prime stoccate a mezzo radio. Come raccontano le cronache del corriere.it, nel corso della trasmissione di Giovanni Minoli, Mix24, l’Ingegnere si è soffermato sulla gestione Telecom da parte di Tronchetti/ColoninnoBernabè, sottolineando che «se i capitani coraggiosi sono loro allora preferisco le partecipazioni statali. Un liberista, in economia (ipse dixit ndr), come me si trova a dire viva le partecipazioni statali».

 

«Ho inventato la Omnitel, - ha proseguito De Benedetti- unica azienda di computer al mondo che è entrata nella telefonia e non era una cosa ovvia. Quando poi la Omnitel che oggi è Vodafone fu successivamente venduta da Colaninno alla Mannesmann che poi fu comprata a sua volta dalla Vodafone, vorrei ricordare che l’Olivetti era l’azienda più liquida in Italia. Tanto che Colaninno si permise di fare, e io lo contestai per iscritto, l’Opa sulla Telecom che firmò la fine della Telecom». E ha rincarato: «Strategie industriali zero. Colaninno utilizzò la cassa dell’Olivetti per iniziare la distruzione della Telecom e poi fu conseguita con grande intensità e incapacità da Bernabè»

 

A stretto giro è arrivata la parata con contro-attacco di Tronchetti Provera, che nell’estate 2001 attraverso Pirelli (e con il sostegno della famiglia Benetton) costituisce la società Olimpia, che acquista circa il 27% di Olivetti della società Bell di Emilio Gnutti e Colaninno diventando l’azionista di maggioranza di Telecom. «La storia delle persone e delle aziende, anche quella dell’ingegner De Benedetti – ha detto Tronchetti - si deve raccontare guardando i fatti in modo oggettivo e rispettandoli».

 

«Se anche io raccontassi la storia delle persone attraverso i luoghi comuni e gli slogan potrei dire che l’ingegner De Benedetti è stato molto discusso per certi bilanci di Olivetti, per lo scandalo legato alla vendita di apparecchiature alle Poste italiane, che fu allontanato dalla Fiat, coinvolto nella bancarotta del Banco Ambrosiano, che finì dentro le vicende di Tangentopoli. Invece non lo faccio perché sarebbe sbagliato» – ha affondato il marito di Afef.

 

Non contento De Benedetti ha poi definito il presidente di Pirelli «avido e incapace», accusandolo di «esercitarsi in esercizi di dozzinale retorica, che contiene anche falsità», quando «con le sue sconsiderate decisioni imprenditoriali ha distrutto miliardi di valore per gli azionisti Pirelli». Parole queste che hanno fatto prendere atto a Tronchetti dell’evidenza che con «l’ingegner De Benedetti non parliamo la stessa lingua, come è normale possa succedere tra un cittadino italiano e un cittadino svizzero».

 

Conclusione, a sentire i due, il più pulito ha la rogna.


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