Missione compiuta!, ha detto il premier Letta, raggiante per aver disinnescato la miccia Imu prima casa che teneva in perenne allarme il suo governo. In compenso, altre se ne sono accese per autocombustione, perché dopo il provvedimento tanto atteso da milioni di italiani restano intatti, se non aggravati, i problemi di bilancio dello Stato.
Bisognerà trovare infatti le risorse che coprano le mancate entrate previste. Per la prima rata Imu pare che la copertura sia stata trovata senza aggravio per le tasche del contribuente. La gestione degli effetti dell’abolizione della seconda rata è invece tutta ancora da definire e sarà oggetto di sicura tensione fra Pd e Pdl con il prossimo varo della Legge di Stabilità.
Per cominciare, è ora diventato molto probabile l’aumento di un punto percentuale dell’aliquota Iva che tanto si voleva evitare. Stefano Fassina (Pd) lo dà per certo, Brunetta e Alfano (Pdl) sono invece di diverso avviso, prefigurando il prossimo terreno di scontro nel governo.
Quanto invece ai soldi che dal 2014 saranno necessari per coprire il mancato gettito Imu sulla prima casa, la patata bollente è stata scaricata sugli enti locali. Con la Service Tax nuova di zecca ai comuni sarà infatti chiesto di fare la parte dei cattivi.
In proposito, non “è una valutazione da cretini” – come invece ha osservato Renato Brunetta intervistato da SkyTg24 – pensare che a conti fatti i contribuenti italiani rischiano di pagare anche di più, come la breve storia del federalismo all’italiana ci insegna. Di certo, e comunque, cambierà il target dei pagatori della nuova tassa, che accorperà la tassa sui rifiuti con altri balzelli legati ai servizi locali offerti ai cittadini, proprietari e non.
Secondo i propositi del governo, il totale netto da pagare con la Service Tax dovrà comunque essere inferiore alla somma che i proprietari di case avrebbero dovuto versare con l’Imu. Il ministro degli Affari regionali Delrio ha parlato di parametri e limite massimo oltre ai quali gli enti locali non potranno spingersi. Anche questi ovviamente saranno definiti nella legge di Stabilità (la vecchia Finanziaria), che rischia come non mai e nelle migliori tradizione di nascere tonda a ottobre per poi trasformarsi quadrata a dicembre.
Crisi di governo, sempre dietro l’angolo, permettendo.
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