Berlusconi a parte, il casus belli che tiene il Governo delle poche intese in perenne fibrillazione è l’Imu. La questione è di quelle spinose, perché investe direttamente una caratteristica peculiare dell’homo italicus, che per sua natura guarda al particulare.
Proprio per questo e conoscendo i suoi polli, dell’eliminazione dell’imposta sulla casa il Pdl fece un cavallo di battaglia alle ultime elezioni ed ora vuole a tutti i costi mantenere la promessa, per poi magari passare al nuovo incasso nella prossima non molto lontana tornata elettorale.
Berlusconi la mette sul piano di ''uno choc economico positivo”, da attuare - come ha ribadito in un’intervista a 'Tempi' – seguendo “la strada maestra di lasciare più soldi nelle mani delle famiglie, delle imprese, e dei lavoratori attraverso consistenti riduzioni fiscali”. In tal senso, “l'abolizione dell'Imu su prima casa e agricoltura” sarebbe “un primo passo decisivo per ridare slancio all'economia''.
In realtà, tutti sanno che la strada antica, più che maestra, di intervenire su settori improduttivi dove ristagna la rendita non è proprio quello che ci vuole per choccare il paese. Ma la logica del breve periodo in cui è intrappolata l’Italia da decenni impone che si intervenga dove è più semplice e sbrigativo imbonire il cittadino.
Bisogna tuttavia fare i conti con l’esigenza di bilancio. Per eliminare in toto l’Imu è necessario, infatti, trovare risorse per coprire il buco che si creerebbe. Il Governo sta predisponendo per l’occasione un nuovo criterio di tassazione sostitutivo. L’hanno chiamato cacofonicamente Service Tax, come se le tasse in quanto tali non siano già legate ai servizi da offrire alla collettività.
Sul punto il ministro per gli Affari regionali Graziano Delrio, al Meeting di Comunione e Liberazione, si è permesso di sbandierare l’ipotesi che l’Imu venga per quest’anno abolita per circa il 70% di contribuenti. “Il paese – ha detto - non può permettersi in questo momento di buttare 1,5 miliardi di euro. Credo che i cittadini facoltosi possano permettersi di pagare 400 euro l'anno, è meno di un abbonamento a una tv privata.
"Con la service tax - ha sottolineato poi del Delrio - cercheremo di fare una tassa molto equa, che magari tenda a separare la questione dei rifiuti da quella della tassa immobiliare. Cercheremo di fare in modo che ci siano due componenti, una quella di proprietà e una per gli affittuari, per coloro cioè che usufruiscono dei servizi''. Nell’attesa, “per ora bisogna garantire ai comuni la loro completa autonomia da qui a fine 2013 e fare un lavoro stabile e serio per la tassa del 2014''.
L’uscita di Delrio non è piaciuta a Renato Brunetta, che ha bollato il ministro come "non competente della materia”. Secondo il capogruppo del Pdl alla Camera, Delrio “ha detto cose che non stanno né in cielo né in terra. L’Imu andrà cancellata sulla prima casa e sui terreni agricoli per tutti nel 2013".
Insomma, da quel che si comprende, il punto di frizione all’interno della sgangherata maggioranza sta nei tempi e nei modi di attivazione di quella che è stata chiamata rimodulazione del sistema impositivo. Se la cosa andrà in porto, in qualche modo, presto o tardi, nel 2014 gli italiani avranno come regalo l’abolizione dell’Imu: che sconteranno con la Service tax (l’inglesismo aiuta ad addolcire la pillola).
Intanto le riforme vere, choccanti, posso ancora attendere: a cominciare dall'eliminazione della tassa occulta e improduttiva che grava sul sistema Italia per mantenere in vita l’inefficiente sistema corporativo che sta facendo scivolare la nostra economia a livelli di sottosviluppo.
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