Sta diventando un appuntamento fisso nei periodi di vacanza il maxi blitz della guardia di finanza a caccia dell’evasore occulto nelle località turistiche più in voga del Belpaese. Anche quest’anno, quindi, in un giorno qualunque di una torrida estate, nell’ora propizia di punta, meglio se con le telecamere dei Tg al seguito, gli integerrimi e incorruttibili agenti delle Entrate hanno setacciano locali, bar e stabilimenti delle nostre perle del Mediterraneo, fra le quali spiccano Capri, Portofino e Portocervo.
Si è voluto in questo modo far sentire agli italiani che lo Stato non è assente, ma vigile e attento. Tutti devono saperlo, affinché sia di monito per i furbi che incassano l’intero bottino senza concedere il dovuto alla collettività. Questo, almeno, sembra essere l’intento degli ideatori di operazioni perlopiù mediatiche, che non si curano del fatto che le stesse hanno in sé l’effetto per le casse dello state pari a una goccia nell’oceano, mentre provocano effetti indesiderati su altri fronti.
Non è un mistero, infatti, che da qualche anno le località cosiddette vip stiano conoscendo una crisi mai vista a causa della fuga di massa dei paperoni, ormai propensi – anche se perfettamente in regola - ad andare altrove, piuttosto che rischiare di ricevere visite indesiderate con relativa gogna mediatica per condanne preventive e a prescindere.
Flavio Briatore, uno che se ne intende di business di lusso, grande artefice dell’èra cafonal del Billionaire, ma che comunque a suo modo ha fatto girare tanti denari in Sardegna prima di sperimentare mete africane, lo ha ribadito in un’intervista a 'La Stampa' che “a colpi di imposte sulle barche o tasse sul lusso, oltre a tanti altri blitz di questo tipo, i nostri ospiti storici sono quasi tutti andati via” e “hanno scelto altre destinazioni, ovviamente all’estero”.
Ma tutto questo a chi di dovere non interessa. La lotta all’evasione modello Vacanze a Portofino, con buona pace della discrezione che dovrebbe esserci in questi casi, serve a farsi un po’ di pubblicità a buon mercato, raccattando consensi fra gli arrabbiati e gli indignati di regime. Intanto, i soldi - quelli veri - sono già al sicuro, in attesa, magari, del prossimo scudo fiscale di tremontiana memoria.
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