L'Italia è il Paese che spende meno per la protezione sociale delle persone con disabilità, rispetto agli altri membri dell’Unione europea, e quello in cui permane un sistema assistenzialistico incentrato sulla delega alle famiglie (troppo spesso abbandonate dalle istituzioni), che non offre servizi e strutture adeguati, non valorizza loro potenzialità e non favorisce l’inserimento lavorativo e l’inclusione scolastica.
Insomma, in Italia i bisogni e le aspettative delle persone disabili sono sostanzialmente ignorati. Lo dice una recente ricerca promossa dalla Fondazione “Cesare Serono” e realizzata dal Censis nell’ambito del progetto pluriennale “Centralità della persona e della famiglia: realtà o obiettivo da raggiungere?”.
Secondo lo studio, infatti, l’Italia si colloca molto più in basso della media europea in merito alla graduatoria delle risorse destinate alla protezione sociale dei disabili. Nel nostro Paese, rivelano i dati, abbiamo un modello prevalentemente assistenzialistico e incentrato sulla delega ai familiari, che devono conseguentemente provvedere autonomamente ai bisogni delle persone con disabilità, senza avere, di fatto, l’opportunità di rivolgersi a servizi e strutture, che attraverso competenze professionali e fondi adeguati, sarebbero in grado di offrire non soltanto un’assistenza adeguata, ma anche di promuovere l’autonomia e valorizzare le capacità dei cittadini e delle cittadine disabili.
Tutto questo è utopia in un paese come il nostro, dove i partiti (tranne i radicali e, per ora, il M5S) sia a livello nazionale e sia a livello regionale, incassano e spendono in modo illecito somme allucinanti di denaro pubblico.
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