di Antonello Anzani
Una distesa di colori ha invaso piazza Bilotti - già piazza Fera - a Cosenza: un mare di coperte tessute con amore e impegno da mani sapienti, trasformando l’ambiente in un manifesto di speranza e solidarietà. Guardo le immagini bidimensionali che compaiono sul mio schermo, essendo a distanza di 500 km dalla mia città di origine, e ne sono sopraffatto: la bellezza semplice di quelle coperte, il simbolo di un caldo abbraccio, il sostegno che si vuole dare. Una protesta forte ma pacifica a contrasto di una pratica barbara, da qualsiasi angolazione la riguardi: l’infibulazione. L’ennesima violenza sulle donne in quanto donne.
L’iniziativa è InfibulaZero - una coperta per un futuro senza mutilazioni genitali femminili, ed è promossa da La Terra di Piero, associazione di beneficienza nonché motivo di orgoglio per la città che da anni si batte per la causa sociale con azioni concrete su tutto il territorio di Cosenza e in diversi Paesi dell’Africa.
Osservo quelle coperte semplici, frutto di gran lavoro di: uncinetti, ferri, aghi. Li immagino manovrati da sapienti e amorevoli mani di donne per altre donne. Mi piace pensare anche ad uomini capaci (io non lo sono, ahimè) che non abbiano esitato a dare il loro contributo materiale, oltre a quello morale ed emotivo. Ogni coperta non è solo un capolavoro artigianale ma soprattutto un messaggio di speranza e solidarietà.
Ho pensato che, in origine, queste coperte nacquero per recuperare la lana avanzata da altri lavori, da altre opere. In tempi di non-consumismo, andava recuperato tutto il recuperabile: erano i famosi “scarti”.
Questo dettaglio aggiunge una profondità ancora maggiore al significato delle coperte che oggi sono stese su piazza Fera. Mi trovo a riflettere sul concetto di recupero, di trasformazione degli scarti in qualcosa di prezioso e significativo. È un simbolo potente, che risuona con l’essenza stessa di InfibulaZero: trasformare dolore e sofferenza in speranza e solidarietà.
Penso a quel tale che definì gli esseri umani “residuali”. Degli “scarti”, “umanità avanzata”. Ebbene: questa piazza oggi sia riempita di “scarti” che rivendicano la loro dignità, la loro libertà. Siamo tutti “scarti”, in fin dei conti.
In un mondo che troppo spesso categorizza e relega le persone in base a stereotipi e pregiudizi, è fondamentale ribadire il valore intrinseco di ogni individuo. Siamo tutti parte di una comunità globale e nessuno dovrebbe essere considerato “residuo” o “scarto”. E quelle coperte non sono più soltanto il gesto simbolo di protesta all’atroce pratica dell’infibulazione, ma divengono il grido di dolore e di contestazione per tutte le violenze che ci stanno sopraffacendo.
Questa traslazione di significato, che non esclude quello primordiale, è potente e significativa. Da simbolo di una causa specifica, diventano l’emblema di una più ampia lotta contro ogni forma di violenza e oppressione. Sono riflesso della resilienza e della determinazione di un popolo che si rifiuta di restare in silenzio di fronte all’ingiustizia, qualunque essa sia.
In questo contesto, le coperte tessute con amore diventano messaggio universale di speranza e solidarietà. Sono un richiamo alla nostra umanità comune e alla nostra responsabilità di difendere diritti e dignità di ogni individuo, ovunque nel mondo.
Un grido di dolore trasformato in impegno concreto. InfibulaZero è solo l’inizio di un lungo percorso. Ogni punto, ogni filo, racconta una storia di rinascita. E oggi, più che mai, è importante ascoltare e dare voce a queste storie.
(Foto di Ercole Scorza)
La Terra di Piero ODV è un’organizzazione di volontariato la cui missione principale è impegnarsi nel dare sollievo sociale con opere concrete di solidarietà. Dal 2011 al servizio di chi ne ha bisogno, nel nome di Piero Romeo.
Per saperne di più, visita il sito: https://www.laterradipiero.it/
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