Dalla lotta alla fame e alla malnutrizione nel mondo, alla sicurezza e qualità del cibo, fino agli ultimi dati sugli sprechi agroalimentare. Questi i principali temi affrontati a Roma in occasione della Giornata mondiale dell’Alimentazione 2012, organizzata dalla FAO, che dal 1981 si celebra tutti gli anni il 16 ottobre.
Un giorno dedicato alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica, scelto per incoraggiare a livello globale le persone a compiere gesti concreti per cercare di contrastare la tragedia della fame e della denutrizione. Per l’edizione 2012 la Fao ha scelto come tema 'Le cooperative agricole nutrono il mondo', per cercare di sottolineare il ruolo che queste svolgono su questo fronte, non solo per contribuire alla sicurezza alimentare, ma anche per generare occupazione, permettendo ai più deboli di uscire dalla soglia di povertà.
Secondo il direttore della FAO, Josè Graziano da Silva, che ha aperto i lavori della Commissione sulla Sicurezza Alimentare Mondiale (CFS), “se le nazioni si impegneranno ad aumentare gli sforzi per ridurre la fame nel mondo, l’Obiettivo Onu di Sviluppo del Millennio, che prevede di dimezzare il numero di affamati entro il 2015, può ancora essere raggiunto”.
"Un enorme progresso è stato fatto nel ridurre il numero delle persone affamate dal 1990 ad oggi - ha sottolineato da Silva - anche se ancora oggi il 14,9% della popolazione mondiale è denutrita, oltre 870 milioni di persone”.
Un fronte concreto su cui investire per ottenere i risultati sperati è quello sulla riduzione degli sprechi. Il problema della cattiva gestione del cibo può essere inserito, essendo difficilmente contrastabile, nell’attività di recupero fatta da associazioni di volontari che si occupano di recuperare gli alimenti che le catene di supermercato tolgono dai banconi perché vicini alla scadenza.
Ogni anno in Italia, secondo alcuni dati, vanno perduti 20 milioni di tonnellate di cibo solo lungo la catena agroalimentare, oltre a uno spreco domestico che ammonta a circa il 60% del totale. Più in generale, l’obiettivo è quello di portare a zero la fame nel mondo, fine ultimo a cui mira anche il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon.
Sono cinque, spiega quest'ultimo, gli obiettivi principali: un mondo dove ognuno ha accesso a nutrienti sufficienti lungo tutto il corso dell’anno; non più malnutrizione durante la gravidanza e la prima infanzia con conseguente stop alla tragedia del rachitismo e dei disturbi legati alla crescita; un sistema per cui il cibo sia una risorsa sostenibile ovunque; maggiori opportunità per i piccoli contadini e per gli agricoltori, specialmente per le donne, che producono la maggior parte del cibo del mondo, cosicché possano essere incentivate ad aumentare la loro produttività e i loro ricavi; eliminare le perdite di cibo della post-produzione, fermare lo spreco del cibo e il responsabilizzare i consumi.
Per raggiungere questi obietti la FAO ha innalzato i finanziamenti ai propri programmi per combattere la fame nel mondo del 28%. Sono state già stanziate cifre che hanno raggiunto quasi 540 milioni di dollari nel corso dei primi otto mesi del 2012, secondo quanto annuncia l’Organizzazione, e il beneficiario più grande è la Somalia, paese che si trova attualmente in grandi difficoltà e in uno stato di grave carestia, con uno stanziamento di 82,7 milioni di dollari.
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