Cellule staminali, sperimentazione animale, disabilità, eutanasia e testamento biologico: sono solo alcuni degli argomenti ospitati dal IX Congresso dell'Associazione Luca Coscioni, svoltosi nel week end nella cornice del Palazzo Reale di Milano.
Leitmotiv della due giorni milanesi la libertà dell'individuo, una libertà che non sarebbe garantita dall'impianto legislativo italiano. A delineare i contorni della situazione è Emma Bonino nel suo intervento di sabato. “Le istituzioni italiane son perennemente e cronicamente fuori legge”, ha sottolineato la vicepresidente del Senato. Non è questo, però, l'unico neo evidenziato durante il congresso.
“Il problema principale”, ha precisato Bonino, “è che i temi dei diritti civili sono espulsi dal dibattito generale”. Infine, l'ingerenza della Chiesa. “Per i referendum del 2005, i clericali dissero che sulla vita non si vota. Su Eluana Englaro alcune dichiarazioni dei clericali erano vergognose: se le rileggessero”.
Ampio spazio è stato concesso alle tematiche, spesso confuse l'una con l'altra, dell'eutanasia e del testamento biologico, oggi attuali più che mai dopo le vicende legate alla morte del Cardinale Carlo Maria Martini e data la centralità della dichiarazione di volontà anticipata anticipate per i trattamenti sanitari nei referendum proposti nella capitale da Roma Sì Muove.
Secondo Alessandro Frezzato, Consigliere Generale dell'Associazione Luca Coscioni, è evidente come il rifiuto dell'accanimento terapeutico da parte del Cardinale milanese non abbia subito la stessa propaganda e la campagna aggressiva promosse dal Vaticano e dal Centro-Destra al tempo del caso Englaro. L'atteggiamento adottato in questo caso non è, però, il frutto di un cambio di mentalità.
Come quando la vita di Eluana dipendeva dai macchinari, anche oggi è il medico ad avere sempre l'ultima parola. E', infatti, il medico, in scienza e coscienza, a decidere se accanirsi o meno con cure e trattamenti. Alla resa dei conti, però, la scelta grava inevitabilmente sui singoli cittadini, soprattutto quando, a causa delle ben note problematiche della sanità che vanno a coinvolgere le degenze ospedaliere, vengono mandate a casa senza che venga garantita l'opportuna assistenza.
E' da situazioni come questa che nasce l'esigenza dei molti cittadini italiani che cercano la propria libertà altrove, dando luogo al triste fenomeno del turismo dell'eutanasia. Un fenomeno che si aggiunge ad altre forme di truismo post-moderno, come quello procreativo o una variante probabilmente meno nota: il turismo per il divorzio. Anche se, infatti, la libertà di scegliere di rompere le unioni matrimoniali sia una realtà vecchia ormai di decenni, per alcuni Italiani l'impianto burocratico è ancora fautore di lungaggini non tollerate, a tal punto da far scegliere ad alcuni di registrarsi ad anagrafi di Paesi esteri per poter accedere a procedure di divorzio più rapide.
“Nella legge sul divorzio breve noi Radicali avevamo proposto che non ci fosse il periodo di separazione prima del divorzio, come avviene in molti altri Paesi europei” ha raccontato la deputata Radicale Rita Bernardini. “Alla fine si è arrivati alla proposta di un anno. Il testo unificato era già stato calendarizzato in aula ed è uscito dalla calendarizzazione per scelta dei capigruppo. Ormai c'è la volontà dei capigruppo che sovrasta quella del parlamento. Credo che anche in questo caso occorrerà rivolgersi alle armi della non violenza per semplicemente chiedere che questo parlamento si assuma la responsabilità di dire un sì o un no”.
“Quello che manca nel nostro Paese è l'assenza totale, in tutti i temi che voi volete, di apertura di un dialogo, di una discussione, di contraddittori veri” ha rimarcato Bonino. “È la caratteristica dell'essere di questo Paese da diversi anni: si è espulsi dall'agenda politica perché si è espulsi dall'agenda del dialogo e del confronto”.
- IX Conresso dell'Associazione Luca Coscioni (radioradicale.it)
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