Secondo uno studio dell’università di St. Louis sulle interruzioni di gravidanze, i dati parlano chiaro: far scegliere a una donna il sistema contraccettivo “preferito” può ridurre in maniera significativa il numero di aborti, soprattutto tra le teenager.
La ricerca dimostra, infatti, che le gravidanze indesiderate negli Stati Uniti rappresentano il 50% del totale, e nel 43% dei casi la donna alla fine decide di ricorrere all'aborto. Per far diminuire in maniera sostanziale questo dato bisogna, sostengono gli studiosi, favorire la contraccezione gratuita.
Bisognerebbe dunque puntare sulle politiche promosse in merito dall'amministrazione Obama, che prevedono che i datori di lavoro offrano dal prossimo primo gennaio la copertura sanitaria della contraccezione alle lavoratrici.
Il campione di donne sottoposto allo studio ha manifestato di preferire come sistema contraccettivo l’impianto sottocutaneo, il cui costo è di alcune centinai di dollari ed ha una durata di tre anni circa. Gli stessi autori dello studio hanno quindi dichiarato che “se le misure venissero ampliate potrebbero prevenire un aborto per ogni 79-137 donne a cui viene garantita la scelta” del sistema contraccettivo.
"Come società - ha detto Alina Salganicoff, della Kaiser Family Foundation - dovremmo volere la riduzione di gravidanze inattese e aborti. Questo studio ha dimostrato che la contraccezione gratuita ci aiuta a farlo". Della stessa idea è James T. Breeden, presidente dell'American College of Obstetricians and Gynecologists, secondo cui i risultati della ricerca del St Luois potrebbero rappresentare “un miglioramento incredibile; viene da pensare che se sei anti-abortista dovresti essere al 100% per l'accesso alla contraccezione".
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