“Il Congresso Mondiale delle Famiglie che si terrà a Verona – ha dichiarato Mario Puiatti, presidente nazionale dell’Aied (Associazione Italiana per l'Educazione Demografica)- ha ben poco di positivo sia per i contenuti annunciati sia per il modo strumentale in cui intorno a questo evento si è incentrata la discussione politica.
È inaccettabile infatti che un evento dai connotati discriminatori come questo veda patrocini e partecipazione di ministri e rappresentanti delle istituzioni, in totale contrasto con i diritti dei cittadini.
Assistiamo oggi ad un dibattito che, con il pretesto della necessità “su basi scientifiche” del ritorno alla famiglia tradizionale, è in realtà volto a promuovere proposte legislative che giustifichino la criminalizzazione delle persone omosessuali, dell’aborto, del divorzio, e persino del ruolo della donna nella società. Un dibattito che, in modo del tutto irresponsabile, fa terrorismo sul crollo demografico senza considerare i drammatici effetti nel mondo delle politiche restrittive dell’accesso alla contraccezione e alla pianificazione familiare.
La realtà della situazione dell’Italia di oggi, impone al paese di affrontare da subito un percorso di riforma laica delle politiche sociali, che siano congruenti con i desideri e le aspirazioni di tutte le donne, sia di quelle che desiderano dei figli sia di quelle che scelgono diversamente.
È necessario prendere atto dei nuovi modelli di famiglia rispetto a quella tradizionale cui l’Italia è ancora legata e che negli altri Paesi europei, già da tempo, coesiste con altre organizzazioni familiari, con pari diritti. Si tratta di pensare a interventi che portino modernità, sicurezza, inclusione e speranza per il futuro, condizioni sentite come necessarie prima di tutto dalle donne, che individuano nella mancanza di opportunità e servizi le cause di una diversa pianificazione della famiglia rispetto a quanto desiderano.
L’Aied, che è stata fondata nel 1953, ha accompagnato la società italiana nel suo percorso di emancipazione culturale e sociale, attraverso l’introduzione del dibattito pubblico sulla sessualità, sulla genitorialtà consapevole e sul concetto laico di famiglia. Erano gli anni in cui era in vigore il Codice Rocco, secondo il quale la “propaganda dei mezzi atti a impedire la procreazione” era un reato contro l’integrità e la sanità della stirpe.
Grazie all’azione dell’Aied e del Partito Radicale, che hanno dato vita in Italia a una stagione politica di grandi riforme civili con il consenso della stragrande maggioranza dei cittadini, il nostro paese nell’arco di due decenni è passato dal concetto di concubinaggio per le coppie non sposate all’ottenimento della legge sul divorzio, alla riforma del diritto di famiglia e alla conquista della legge sull’aborto. Ne è nato un assetto legislativo e culturale moderno che, insieme alle molte altre riforme attuate non senza scontri accesi tra le forze politiche, ha portato il nostro paese al livello delle altre democrazie europee.
C’è da chiedersi come sia possibile, dopo quella straordinaria stagione di riforme, che l’Italia stia di nuovo regredendo in tema di diritti civili e diritti umani”.
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