“Nei confronti di Cristiano Ronaldo, come di ogni accusato, deve essere praticata la presunzione di non colpevolezza. Lo impone la nostra Costituzione e lo stato di diritto – così l’avv. Fabio Viglione, grande tifoso del Torino intervistato da ilcalcio24 -. Essere accusati non equivale ad essere colpevoli o “quasi” colpevoli. Con questo approccio culturale andrebbero vissute tutte le notizie di cronaca giudiziaria.
L’unico accertamento, l’unica verifica che consente di poter misurare la fondatezza di una accusa è quella che si svolge in Tribunale, nel contraddittorio tra le parti. Dove cioè, chi è accusato può difendersi in modo effettivo dopo aver conosciuto tutti gli atti di cui l’accusa dispone. I processi sommari, quelli esibiti sui mass media, sono lontani dalla mia cultura e dalla mia sensibilità.
Peraltro, la gravità dell’accusa non è direttamente proporzionale alla prova della colpevolezza. Al contrario, più le accuse sono gravi e più necessitano di prove solide e non di automatismi e scorciatoie. Ci sono, poi, più verità. È vero che non sempre la verità processuale si sovrappone a quella reale ma quanto meno si consente a tutti i protagonisti del processo di misurarsi in contraddittorio e con regole ben precise. Anche in relazione alla genuinità della raccolta delle prove.
Chi giudica non è un giornale o una trasmissione televisiva ma un giudice terzo che ha strumenti di professionalità elevata per decidere. Il rischio da scongiurare, a mio avviso, è quello di dar forma ad una terza verità, quella mediatica che sovrascrive tutto, che anticipa tutto in modo sommario e che produce i suoi effetti a prescindere dai risultati delle sentenze definitive.
Sono temi delicati sui quali si misura il tasso di sensibilità in uno stato di diritto. Se il rischio paventato si concretizza, neanche l’assoluzione più soddisfacente può restaurare i danni prodotti da una condanna mediatica anticipata. Proprio per questo ritengo che, nel rispetto assoluto del diritto dovere di informare i cittadini, si debba praticare nella coscienza individuale e collettiva un approccio orientato al rispetto della presunzione di non colpevolezza.
Per tutti, senza distinzione alcuna. Tornando a Ronaldo, lo considero un grande campione che non ha commesso alcun illecito, fino a prova contraria, proprio alla luce di quanto ho premesso. Non ho alcuna simpatia per lui né tanto meno per la squadra in cui gioca attualmente, ma proprio per questo sento di dover affermare questi principi che non conoscono deroghe soggettive.
Spero che nonostante Ronaldo in campo, il mio Toro possa battere i “cugini” nel derby e dare una grande gioia al popolo granata”.
(da ilcalcio24)
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