A braccetto con Emma Bonino nella scorsa campagna elettorale, forse non ci si aspettava questo colpo di coda di Gentiloni, che con il suo governo dimissionario ha deciso di costituirsi davanti alla Corte costituzionale nel procedimento sollevato dalla Corte di Assise di Milano, nell'ambito del processo a Marco Cappato per la morte di Fabiano Antoniani, noto come dj Fabo.
I giudici lo scorso febbraio, al termine del processo a Marco Cappato, avevano deciso di trasmettere gli atti alla Consulta per valutare la legittimità costituzionale del reato di aiuto al suicidio contestato all'esponente radicale.
Come sottolinea il segretario dell'Associazione Luca Coscioni, l'avv. Filomena Gallo, la scelta del Governo è, oltre che del tutto legittima, anche pienamente politica, visto che l’Esecutivo avrebbe potuto altrettanto legittimamente agire in senso opposto e raccogliere l’appello lanciato da giuristi come Paolo Veronesi, Emilio Dolcini, Nerina Boschiero, Ernesto Bettinelli e sottoscritto da 15.000 cittadini, che chiedevano al Governo italiano di non intervenire a difesa della costituzionalità di quel reato, e dunque di non dare mandato all’Avvocatura di Stato di costituirsi in tale procedimento”.
“Per quanto riguarda Marco Cappato – sottolinea sempre Gallo con un cominicato -, l'obiettivo non cambia: far prevalere, contro la lettera del codice penale del 1930, i principi di libertà e autodeterminazione riconosciuti dalla Costituzione italiana e dalla Convezione europea dei diritti umani, nella convinzione che Fabiano Antoniani avesse diritto a ottenere in Italia il tipo di assistenza che – a proprio rischio e pericolo – ha dovuto andare a cercare all’estero con l’aiuto di Marco Cappato”.
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