Mi chiamo Sisi Irene e sono la mamma di Matteo un ragazzo detenuto a Bollate. Le scrivo come genitore e anche come volontaria in carcere. Sono rammaricata, delusa e impaurita dalla non approvazione dei decreti. Questa volta dopo i pareri positivi avevamo iniziato a sperare.
Finalmente il lavoro notevole degli Stati generali veniva riconosciuto, la voglia di riscatto silenziosa di migliaia di detenuti presa in considerazione. Invece dopo l’ultimo Consiglio dei ministri siamo tornati alla realtà. Purtroppo non capendo che questa volta l’illusione è stata tanta. La mia paura, parlando con tanti detenuti e quotidianamente con mio figlio, è quella di aver incattivito ulteriormente la situazione. Sapevamo benissimo che potevano esserci problemi, proposte che non sarebbero passate, ma c’era la convinzione di poter arrivare a qualcosa.
Quando vivi in determinate situazioni, ogni miglioramento è sicuramente un traguardo. Invece si sono venduti tutto per dei voti, fregandosene ancora una volta di tante persone che combattono e sperano. Aver tolto la speranza e sentirsi presi in giro è un mix esplosivo. Quindi ho paura, sì. Essere ignoranti e illusi sicuramente ha creato un’ulteriore sfiducia verso quello Stato che dovrebbe prendersi cura di loro.
Continuiamo comunque a digiunare, a lottare e a credere in un modo migliore grazie a persone come l’esponente del Partito radicale Rita Bernardini e molti altri.
Scusatemi per lo sfogo. (*)
Irene Sisi (mamma di un detenuto)
(*) lettera pubblicata da Il Dubbio
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