Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

26/12/24 ore

Biotestamento, la corsa contro il tempo



C'è aria di elezioni anticipate e si fa la conta delle leggi in corso di approvazione che rischiano di non veder la luce. Tra queste, anche la normativa sul Biotestamento potrebbe quasi al traguardo andare a sbattere, tra un ostruzionismo e l'altro, contro le porte chiuse del Parlamento.

 

L'ipotesi è più che fondata e potrebbe diventare concreta soprattutto se dovessero essere apportate ulteriori modifiche al Senato. A quel punto un nuovo rimpallo a Montecitorio dilaterebbe ulteriormente i tempi.

 

Così come è stata licenziata dalla Camera, la legge non è perfetta, ma costituisce comunque un “salto culturale”. Certo, sarebbe stato preferibile qualche miglioramento. In particolare, come segnalato dall'Associazione Luca Coascioni, in materia di l’obiezione di coscienza e obblighi professionali e in riferimento alla deontologia professionale. Ma ora che i tempi stringono, più che mai varrebbe la pena accontentarsi, anche se non è detto che ciò basti, perché i killer della legge già fiutano il sangue...

 

A tal proposito, nel corso del convegno “Testamento biologico: liberi fino alla fine” organizzato dall’Associazione Luca Coscioni, quando ancora non c'era stata l'accelerazione sull'inciucio tedesco, la relatrice Emilia De Biasi (Pd) aveva ammonito: “la situazione al Senato è molto delicata per i numeri. C’è una trasversalità dei favorevoli, ma anche dei contrari. Sono state presentate più di 70 richieste di audizioni, il triplo della Camera e il doppio del provvedimento sulla responsabilità professionale e la sicurezza delle cure”.

 

De Biase auspicava la scelta di “una strada che può essere di non totale soddisfazione, ma che ci permette di fare un primo passo importantissimo sul tema”, sottolineando quanto sia fondamentale non cedere alla voglia di cambiare qualcosa, perché “il nostro passo indietro può consentire un passo in avanti del Paese”. Chissà se verrà ascoltata. (red.)

 

 


Aggiungi commento