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18/11/24 ore

Cassazione, quel furto che non costituisce reato



Una volta si rubavano le proverbiali mele, oggi siamo al meno salutare wurstel con formaggio come pasto per il minimo sostentamento. Il cosiddetto "giovane senza fissa dimora”, meno politically correct detto barbone, Roman Ostriakov, c’aveva provato, pagando alla cassa del supermercato solo i grissini, il resto stava in tasca. Le cronache raccontano di clienti spioni che contribuirono all'arresto. Poi il processo e la condanna in primo e secondo grado per un furto dell’ammontare complessivo di 4 euro. A questo punto, non il condannato ma il presidente della Corte d’Appello di Genova, poco soddisfatto, ritenne opportuno ricorrere affinché la pena fosse alleggerita, perché non di furto lieve si sarebbe trattato, ma di tentato furto.

 

Investiti del fatto, i giudici di Cassazione si sono così pronunciati, confermando invece il furto consumato e non tentato. Tuttavia “il fatto non costituisce reato", perché "la condizione dell'imputato e le circostanze in cui è avvenuto l'impossessamento della merce dimostrano che egli si impossessò di quel poco cibo per far fronte ad una immediata e imprescindibile esigenza di alimentarsi, agendo quindi in stato di necessità". In sostanza, aveva fame.

 

La sentenza dei cosiddetti Ermellini è la numero 18248 della Quinta sezione penale - che non riporta l'entità della pena inflitta a Roman, che aveva già dei precedenti di furti di generi alimentari di poco prezzo.

 

 


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