“Esse coprirono la superficie di tutto il paese, che ne rimase oscurato, e divorarono tutta l'erba del paese e tutti i frutti degli alberi, che la grandine aveva lasciato”. Così le cavallette, vendicative messaggere del Dio di Mosè, punirono il popolo egiziano, nemico di Israele.
Ma quale sia la colpa del popolo del Sahel, migliaia di anni dopo le piaghe d'Egitto, non è dato saperlo. Qui, nella troppo spesso dimenticata regione intermedia tra il Sahara e l'Africa nera, la prossima settimana il numero di bambini colpiti da grave malnutrizione toccherà un livello record a causa di una letale connubio: il colera e le cavallette.
L'epidemia mortale infatti, già in corso nel nord del Niger, congiunta all'incremento dei prezzi dei beni agricoli, alla carenza di scorte alimentari , al conflitto in Mali e alla persistente malaria, è alla base di una delle più gravi crisi umanitarie della regione. E l'arrivo delle locuste, spiega il portavoce dell'Unicef, Patrick McCormick, “minaccia i raccolti e aggraverà la situazione”.
Secondo i dati di Medici Senza Frontiere, ad oggi sono 1,5 milioni i bambini a rischio di malnutrizione severa, il numero più alto nella storia degli aiuti umanitari: una piaga da debellare soprattutto con soluzioni a lungo termine, abbandonando gradualmente 'l'approccio d'emergenza'.
“La malnutrizione è un problema di salute pubblica in questa regione e deve essere affrontato come tale'', ha dichiarato Luis Encinas, responsabile dei progetti di MSF in Niger, ''la prevenzione e la cura della malnutrizione permettono di salvare molte vite e per questo dovrebbero far parte del pacchetto sanitario di base per i bambini, come le vaccinazioni”.
E, per la prima volta, quest'anno i Paesi del Sahel più colpiti dalla fame e dalla carestia, hanno lanciato un'allerta preventiva: alla fine del 2011, insieme alle organizzazioni umanitarie, hanno sviluppato un piano di risposta che contemplasse il trattamento di un milioni di bambini malnutriti e la distribuzione di alimenti a base di latte, specificatamente studiati per evitare la grave denutrizione infantile. Intanto negli ultimi sei mesi, circa 72.000 bambini affetti da malnutrizione severa sono stati ammessi nei programmi nutrizionali di MSF in Sahel. (F.U.)
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