Politiche e ideologia "proibizioniste" in materia di droga hanno dato e continuano a dare un contributo significativo all'applicazione della pena di morte anche nel 2013 e nei primi sei mesi del 2014: le esecuzioni l'anno scorso sono state 355 in cinque Paesi, solo in Iran almeno 328 mentre nel 2014 sono state 167, con l'Iran sempre in pole position con 164 esecuzioni.
E' quanto emerso in una conferenza stampa indetta dal Partito Radicale in occasione della Giornata internazionale della lotta alla droga che si celebra oggi, durante la quale sono stati resi noti una serie di dati e il contenuto di una lettera aperta che la segretaria dei Radicali Italiani, Rita Bernardini, ha inviato al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, al ministro della Giustizia, Andrea Orlando, e della Salute, Beatrice Lorenzin.
Nel 2013, nel nome della guerra alla droga, le esecuzioni praticate hanno riguardato principalmente l''Iran con 328 casi, dei quali la metà legati proprio a reati contro la droga, salvo constatare - è stato detto durante la conferenza stampa - che in alcuni casi le persone giustiziate non fossero trafficanti ma piuttosto avversari politici.
In Arabia Saudita sono state 24 le esecuzioni, in Indonesia due, in Malesia una; ma il primato assoluto spetta alla Cina: nonostante un dato ufficiale non sia disponibile, i Radicali sostengono che le esecuzioni nel 2013 potrebbero essere state 3mila. In altri dieci Stati poi, le condanne sono state pronunciate ma non eseguite; si tratta di Egitto, Emirati Arabi Uniti, Laos, Pakistan, Singapore, Sri Lanka, Thailandia, Vietnam e Yemen.
Nel 2014 delle 167 esecuzioni per droga, tre hanno riguardato l'Arabia Saudita e ben 164 l'Iran. In Vietnam un tribunale ha condannato a morte in un unico giorno per traffico di droga ben 30 persone. A questi dati si aggiungono quelli riguardanti il giro d'affari del narcotraffico: ogni anno si spende un miliardo di dollari all'anno per contrastarlo. E' perciò necessario, affermano i Radicali, rivedere assolutamente l''impianto delle attuali politiche in atto.
E' per questo che Bernardini, tra le altre cose, ha chiesto nella sua lettera di indire per il prossimo autunno la sesta conferenza nazionale sulla droga, un appuntamento da utilizzare "anche per una riflessione senza paraocchi sul fallimento delle politiche proibizioniste, in Italia come nel resto del mondo".
"Da anni in Italia siamo vittime di un approccio proibizionista" per quanto riguarda le droghe, "e sotto la gestione Giovanardi-Serpelloni (ex ministro e ed ex capo del dipartimento Politiche antidroga, ndr), la prima vittima della guerra alle droghe sono stati i dati, con cifre che venivano regolarmente mistificate e manipolate".
Lo ha detto, durante la conferenza stampa, Marco Perduca, ex senatore e rappresentante all'Onu del Partito Radicale. Sempre in vista della Giornata internazionale della lotta alla droga, cinque deputati del Pd, primo firmatario Roberto Rampi - che da ieri è anche iscritto al Partito radicale - hanno presentato una interrogazione parlamentare alla Camera nella quale rivolgono dieci interrogativi al governo; tra questi, se quest'ultimo condivida una incisiva depenalizzazione dei reati di lieve entità e se voglia provvedere alla nomina di un sottosegretario e di un direttore scientifico per il Dipartimento nazionale antidroga.
Nel corso della conferenza stampa sono state presentate la quattro vignette a colori – inclusa una su pena di morte e guerra alla droga - realizzate da Flavio Avy Candeli e Giovanni di Modica a sostegno della mobilitazione lanciata dall’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica e dal Partito Radicale nell'ambito della campagna mondiale della Global Commission on Drug Policy "Hey, We Need To Talk About Drugs" (E’ ora di parlare di droghe) e dell'Open Society Foundations a sostegno della campagna "Support. Don't Punish", gią avviata in 50 Paesi del mondo. (fonte Nessuno tocchi Caino)
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