Quattro mesi fa erano due milioni di dollari, ad aprile sono diventati venti: a tanto ammontano attualmente i proventi della tassazione sulla vendita di marijuana incassati dal Colorado.
A partire dal 1° gennaio 2014, infatti, nello stato americano è stata legalizzata la vendita di ‘spinelli’ a scopo ricreativo: alle persone con più di 21 anni è consentito acquistare un massimo di 28 grammi di marijuana per volta nei negozi specializzati e con regolare licenza, mentre i residenti in altri stati possono comprarne al massimo 7.
Un esperimento, quello della liberalizzazione della pianta stupefacente, che sin da subito ha dato i suoi buoni frutti: oltre all’apertura di numerosi punti vendita, e alla conseguente creazione di numerosi posti di lavoro, il mercato è cresciuto in modo esponenziale con i ricavi sono in crescita e, contrariamente a quanto temuto dalla polizia, il tasso di criminalità è in forte calo.
Alla vigilia del via libera alla legalizzazione, infatti, le forze dell’ordine avevano previsto un aumento di furti e rapine dovute all’uso libero di droghe leggere ma, rivelano oggi i risultati registrati dal Colorado Department of Revenue e dalla polizia di stato, la tendenza è stata esattamente opposta: a Denver, capitale del Colorado, il tasso di criminalità sarebbe diminuito del 5,6% rispetto allo scorso anno, con il 4,8% in meno di rapine e furti.
Dati che, secondo qualcuno, sono ancora “provvisori e facilmente confutabili”, ma che quanto meno rappresentano i primi segnali di un trend che potrebbe essere sempre più positivo. Certamente, però, nell’’affaire ‘marijuana libera’, il Colorado è ancora alle prese con un paio di questioni.
Prima fra tutte, come riporta il Post, il problema con le banche: queste ultime, infatti, essendo soggette alla legge antidroga federale, non possono maneggiare denaro legato alla vendita di sostanze stupefacenti. E questo naturalmente si ripercuote sui gestori dei negozi che si ritrovano con tanto denaro contante che non sanno dove mettere: l’amministrazione federale sta cercando di ovviare al problema fornendo delle linee guida affinchè i commercianti di marijuana usufruiscano di servizi di base offerti dalle banche, comunque sempre timorose di incappare in sanzioni federali.
Ciò che serve, dunque, è una nuova normativa del Congresso americano, visto e considerato che la legalizzazione in Colorado è stata approvata con una legge statale, e dunque è valida solo dentro i confini dello stato.
E qui sorge l’altro problema: l’esportazione della marijuana negli stati limitrofi dove la sostanza è ancora illegale: secondo la DEA, la Drug Enforcement Administration (l’ente federale che combatte il narcotraffico) la quantità di marijuana proveniente dal Colorado e sequestrata in Kansas è aumentata del 61%. E la stessa cosa sta accadendo in altri stati confinanti.
Onori e oneri, dunque, per il neonato mercato della ‘canna libera’. (F.P.)
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