Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

16/11/24 ore

Pena capitale, Usa: una morte lunga 13 minuti


  • Florence Ursino

Quanto dura la morte? Quanto è lungo quell'attimo in cui la consapevolezza che la vita è finita risale il sangue e chiude gli occhi? Per Dennis McGuire quell'attimo è durato 13 minuti. 780 secondi di lenta, atroce agonia, il tempo necessario affinchè il cocktail di farmaci iniettatogli dal boia fermasse il suo cuore d'assassino.

 

L'uomo, 53 anni, nel 1989 aveva violentato e ucciso Joy Stewart, incinta di otto mesi: in carcere dal 1994, cinque anni dopo è stato condannato a morte. E usato come 'esperimento' per testare una nuova mistura di sostanze in grado di uccidere un condannato: per la prima volta nella storia d'America, infatti, a McGuire, detenuto in un carcere dell'Ohio, è stato iniettato un composto mai utilizzato in precedenza formato da un sedativo, il Midazolam, e l'Hidromorphone, un potente analgesico simile alla morfina: un mix che provoca al condannato la stessa sensazione di una “prolungata mancanza d'aria”.

 

La tortura, per McGuire, ha avuto fine dopo 13 lunghissimi minuti di “intenso dolore e panico”, di urla e rantoli, in una sala senza finestre. Un modo di uccidere, quello utilizzato per l'uomo, che da anni era stato messo al bando, in seguito alla scelta di molte aziende farmaceutiche di non fornire più agli Usa i proprio barbiturici.

 

Fino a pochi mesi fa, infatti, per le iniezioni era previsto l'utilizzo del pentobarbital, un efficace sedativo prodotto dalla casa farmaceutica danese Lundbeck: quest'ultima, nel 2011, decise di non vendere più la sostanza agli stati americani che la utilizzavano per le esecuzioni capitali.

 

Da mesi, perciò, le carceri statunitensi avevano esaurito le scorte del farmaco ma in Ohio il dipartimento dell'amministrazione carceraria ha abilmente agirato il problema, approvando un emendamento con cui è stato autorizzato il ricorso al Midozilam, mai usato in precedenza.

 

I legali di McGuire avevano quindi tentato di fermare il boia, sottolineando che il metodo non era mai stato testato e che avrebbe potuto provocare “sofferenza e spavento” durante l'esecuzione. Ma la giustizia è sorda, oltre che cieca, e l'uomo è stato ugualmente giustiziato, in quel modo “crudele e inusuale” che la Costituzione americana, all'ottavo emendamento, esclude da ogni sanzione penale.

 

Immediata l'indignazione in tutto il Paese e soprattutto da parte degli aboliziaonisti e degli attivisti per i diritti umani: nella storia delle esecuzioni capitali, hanno dichiarato questi ultimi, non si era mai visto che un condannato soffrisse così tanto. “E' la riprova – scrive l'associazione Nessuno Tocchi Caino - che non esiste un metodo umano, dolce e indolore di eseguire la pena di morte”.


Aggiungi commento