Il Same Sex Marriage (Prohibition) Bill è legge: la Nigeria vieta l'omosessualità e impone pene detentive fino a 14 anni di prigione per chi celebra un'unione gay, fino a 10 anni per chiunque si iscriva, partecipi, organizzi o gestisca organizzazioni o spettacoli omosessuali o viva pubblicamente la propria relazione con un partner dello stesso sesso.
La normativa, approvata nel 2011 dal Senato, poi dal parlamento nigeriano lo scorso maggio e infine promulgata con la firma del presidente Johnatan Goodluck, inasprisce le persecuzioni in atto nel Paese ai danni della comunità Lgbt, già costretta alla clandestinità dalla finora vigente legge federale.
Il nuovo provvedimento, infatti, criminalizza anche le dimostrazioni pubbliche d'amore tra omosessuali e chi “aiuta ed è complice” di matrimoni o qualsiasi altro tipo di “organizzazione” direttamente o indirettamente legata al mondo gay; viene inoltre considerato un reato anche fornire “servizi” a chi è omosessuale, incluso quindi anche il diritto a ricevere cure.
Una legge che, dunque, oltre a infrangere i diritti umani più basilari e la libertà di espressione, “minaccia le vite delle persone LGBT e dei loro alleati in Nigeria e crea un pericoloso precedente”, come spiega Shawn Gaylord di Human Rights First.
Quanto stabilito dal governo nigeriano, ha sottolineato la titolare della Farnesina, Emma Bonino, è un attacco gravissimo “ai principi cardine di ogni società civile, quali quello di tolleranza e di non discriminazione, sanciti da tutti i principali accordi internazionali di tutela e promozione dei diritti umani, tra i quali la Carta africana dei diritti dell'uomo e dei popolo, di cui la Nigeria è firmataria”.
Ma, ribatte il portavoce della presidenza nigeriana Reuben Abati, le norme introdotte sono “in linea con le inclinazioni culturali e religiose del popolo”, dal momento che “oltre il 90% dei nigeriani si oppone ai matrimoni fra persone dello stesso sesso”.
E, a un giorno dalla promulgazione della legge, trentotto uomini omosessuali sono stati arrestati nel nord della Nigeria: ne danno notizia gli attivisti del Centro internazionale per la salute riproduttiva e i diritti sessuali della Nigeria, aggiungendo che la polizia dello Stato di Bauchi ha una lista di 168 presunti gay, in cui rientrano i fermati.
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