In California oltre 30mila detenuti hanno dato inizio ad uno sciopero della fame in venti dei trentatré istituti penitenziari del paese, per cercare di interrompere la pratica dell’isolamento.
Se per le autorità americane si può ufficialmente parlare di sciopero della fame quando sono trascorsi almeno tre giorni dall’inizio dell’azione dimostrativa, data la vastità dei numeri questo sembra essere, se continuerà, il più grande sciopero della fame di tutta la storia degli Stati Uniti.
La protesta, iniziata alla Pelican Bay State Prison, lamenta che le condizioni di detenzione in stato di assoluta solitudine, lontana dagli altri detenuti e con ridotti spazi d’aria, possa durare in alcuni casi a tempo indeterminato.
Se le autorità carcerarie si difendono affermando che la maggior parte dei detenuti in isolamento sono persone che appartengono a bande violente - e l’isolamento serve a evitare scontri negli istituti di pena - dal canto loro i detenuti ribattono che esistono altri metodi per arginare il problema.
Propongono ad esempio l’introduzione di programmi di istruzione, riabilitazione e non ultimo la possibilità di fare un determinato numero di telefonate ogni mese. Molte associazioni che difendono i diritti civili si sono schierate con lo sciopero, definendo la pratica dell’isolamento come “disumana” e chiedono per questa condizione un tetto massimo di cinque anni.
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