Dopo l’ultima decisione da parte del governo irlandese di riconoscere legalmente l’interruzione della gravidanza in caso di rischi gravi per l’incolumità della mamma, il mondo clericale irlandese si dichiara apertamente contrario e scende in campo contro la legalizzazione dell’aborto, definito dai vescovi un “crimine”.
Secondo infatti la chiesa Cattolica di Irlanda la vita umana deve essere rispettata e protetta fin dal momento del concepimento: dal rispetto di questo principio è partita una vera e propria campagna – “Pro-Life” - di sensibilizzazione sui temi etici e di promozione della protezione della vita umana nascente, guidata dall'arcivescovo di Dublino, Diarmuid Martin.
La dottrina cattolica, infatti, definisce la vita umana “sacra e solo Dio è il Signore della vita dal suo inizio alla sua fine: nessuno, in nessuna circostanza, può rivendicare a sé il diritto di distruggere direttamente un essere umano innocente”. La campagna dell’episcopato irlandese trova fermo sostegno da parte del cardinale Sean O'Malley, arcivescovo di Boston, dichiaratosi sin da subito contrario alla legalizzazione dell’aborto.
Il cardinale, infatti, circa un mese fa disertò la cerimonia di conferimento delle lauree del Boston College – da sempre tradizione vuole che l'arcivescovo di Boston intervenga a questa cerimonia annuale – in segno di protesta contro la presenza del premier irlandese Enda Kenney, favorevole, invece, alla legge sull'aborto.
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