Quasi 66 mila i detenuti, circa 40 mila i posti. E l'ennesima calda estate è alle porte. Per questo motivo entro la fine del mese approderà al Consiglio dei ministri il nuovo decreto svuotacarceri, elaborato dalla ministra della Giustizia, Anna Maria Cancellieri dopo l'audizione al Senato del 15 maggio scorso.
Obiettivo primario del provvedimento – che concerne i reati minori - è quello di rendere obbligatorie misure alternative al carcere e la messa alla prova, che prevede la sospensione del processo per chi rischia condanne inferiori ai quattro anni, puntando su un percorso rieducativo.
Ma il tempo è tiranno e nell'immediato, l'impellente necessità - quell'emergenza per cui l'Italia è stata condannata dall'Unione Europea - è recuperare 10 mila posti, in modo da 'alleggerire' di penitenziari. Il piano prevede dunque l'apertura, entro la fine del 2013, di nuove strutture in grado di ospitare almeno 4 mila detenuti: entro giugno è prevista l'inaugurazione del nuovo carcere di Reggio Calabria, che può ospitare fino a 318 detenuti, mentre a metà luglio tocca a Sassari con una struttura da 465 posti.
Entro la fine del 2013 si attendono invece interventi a Biella (200 posti), Piacenza (200 posti), Pavia (300), Ariano Irpino (altri 300) e la riapertura di alcune strutture in disuso, come quella di Pianosa, in grado di ospitare fino a 500 detenuti.
Sono stati anche programmati altri interventi per il carcere di Gorgona, uno dei rari esempi di istituti che ospitano detenuti-lavoratori e su cui la Guardadigilli intende puntare molto, nonostante sia palese il grande ostacolo degli stanziamenti, a causa del quale i programmi di impiego sono stati sospesi in numerosi penitenziari.
Sull'altro versante, per far fronte a un problema - quello dell'eccesso di detenuti nelle patrie galere – solamente in parte tamponato con la 'soluzione strutture', si sta pensando di limitare la carcerazione ai reati più gravi. Dovrà inoltre essere presa in considerazione l'idea dell'uscita anticipata per chi sta scontando l'ultima parte della condanna: l'ipotesi è quella di portare da 12 a 18 mesi il residuo pena che i condannati in via definitiva potranno scontare a casa.
"Qui non si tratta di migliorare le condizioni – ha dichiarato Cancellieri durante la festa della polizia penitenziaria – ma di cambiare il sistema, riuscendo a dare piena concretezza al principio secondo cui la pena detentiva deve costituire l'extrema ratio. Il rimedio cui ricorrere quando si rivela impraticabile ogni altra sanzione”.
Intanto il 24 giugno, in Parlamento, avrà inizio la discussione su un provvedimento che, come ha sottolineato Strasburgo, non è più oltremodo rinviabile.
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