Numerose Ong attente alle statistiche in merito alla distribuzione geografica della popolazione cristiana nel mondo, stanno lanciando l’allarme di un sostanziale e progressivo calo dei cristiani nel medio oriente.
Il documento, 'World Watch List', stilato dall’agenzia non governativa di estrazione cristiana 'Open Doors', mostra l’elenco dei 50 paesi nel mondo dove maggiormente è peggiorata la condizione di vita per i cristiani sul territorio, a causa di persecuzioni: così la Libia passa dalla 26esima posizione alla 17esima, la Tunisia dal 35esimo al 30esimo posto mentre la Siria è all’11esima posizione; solo l’Egitto ha migliorato il trend passando dal 15esimo al 25esimo posto.
Per Ron Boyd Mc Millan, di Open Doors, "la primavera araba si è trasformata in un inverno islamico per i cristiani del Medio Oriente: in ogni paese dove il regime precedente è stato deposto, come Tunisia, Libia ed Egitto, l’islam mette pressione alla minoranza cristiana.” Secondo l’istituto di ricerca internazionale Pew Forum soltanto lo 0,6% dei cristiani vive oggi in medio oriente: se nel VII secolo i cristiani erano il 95% della popolazione mediorientale oggi sembrano scomparire dalla loro terra d’origine.
Dalla Libia arriva perciò la denuncia da parte del Vicario Apostolico di Tripoli, Vincenzo Martinelli: “Due comunità religiose lasciano la Cirenaica dopo aver subito pressioni dai fondamentalisti. La situazione è critica” afferma il prelato con cui concorda anche Dominique Rezeau, sacerdote cattolico tra i più in vista in Libia, secondo cui ha "su centomila cristiani che vivevano in Libia prima della rivoluzione ne sono rimasti solo qualche migliaiaio”.
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