“E' il tuo sguardo che è sbagliato, perché dai la colpa a me”. Urlano, le donne dell'India, urlano la vergogna e la rabbia. E' il 16 dicembre quando l'inferno apre nuovamente i suoi cancelli per precipitarvi l'ennesima vittima della violenza maschile: uscita da un cinema, una 23enne indiana è stata ripetutamente picchiata e stuprata su un autobus da un gruppo di 4 uomini, che l'hanno poi lasciata morente su un marciapiede della città.
Una settimana dopo migliaia di manifestanti invadono le strade della capitale, sfidando i divieti, protestando selvaggiamente contro ciò che oramai è diventata “un'epidemia nazionale”: solo quest'anno a New Delhi sono stati registrati oltre 600 casi di abusi sessuali, mentre secondo un sondaggio della Fondazione ASSOCHAM, il 92%delle donne che lavorano ha paura a muoversi in città dopo il tramonto.
Maltrattamenti e stupri, infatti, sono oramai fenomeni all'ordine del giorno in India, 'abitudini' consolidate anche e soprattutto in luoghi pubblici. Proprio per questo motivo una delle richieste della popolazione è che venga installata una rete di videosorveglianza in tutta la città, oltre a un sistema di monitoraggio sui mezzi pubblici, zone 'franche' in cui sempre più spesso si consuma la violenza ai danni della popolazione femminile.
Il governo, che per impedire ulteriori disordini aveva imposto il divieto di assembramenti, da parte sua ha annunciato imminenti misure contro l'incredibile impennarsi dei crimini sessuali, ma gli attivisti continuano ad invadere le strade di quella che oramai è tristemente considerata la “capitale dello stupro” e New Delhi, invasa da lacrimogeni e cannoni ad acqua usati dalle forze dell'ordine per disperdere i manifestanti tra cui si contano già decine di feriti, si ritrova a fare i conti con una rabbia impossibile da trattenere.
“Cosa sta facendo la polizia di Delhi? Che cosa fa il governo?” chiede la deputata Sushma Swaraj "Non ci sono più parole per condannare questi atti". “Ci sono una collera e un'angoscia reali e giustificate dopo un evento tanto atroce – ha dichiarato il premier indiano Manmohan Singh invitanto alla calma - “Vi assicuro che compirò ogni sforzo per garantire la sicurezza di tutte le donne dell'India”. (F.U.)
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