L'appartamento, la vita di moglie e madre. Niente altro al di fuori di questo. L'incapacità di respirare è forte tra le mura domestiche cariche di silenzi, un tempo amore. Di incomprensioni, dove solo pochi anni prima c'era complicità. L'aria è fuori. Lasciare tutto come unica soluzione. Un figlio e il marito. Lui fino ad allora troppo impegnato per capire il dolore che lo circondava. Uomo d'un tratto solo. Padre.
Kramer contro Kramer, in scena al Teatro delle Muse di Ancona nella trasposizione teatrale diretta da Patrick Rossi Gastaldi, è delicato racconto di sentimenti profondi. Timidi e coraggiosi, nella rinuncia e l'abbandono così come nella voglia di resistere per restare.
Ogni scelta sulla scena esprime l'intima verità della storia. Con naturalezza. Togliere piuttosto che aggiungere. Limare fino a sfiorare l'essenza: solo pochi cambi scenografici guidati dalla musica continuamente presente, poi attenzione scrupolosa rivolta al disegno interiore dei personaggi e alla loro gestualità, espressa attraverso una recitazione carica di purezza, bella perché semplice. Pulita. Commovente perché reale.
I tre protagonisti, grazie alla bravura degli attori (straordinario il piccolo Francesco Borghese nel ruolo Billy Kramer), sembrano essere un solo individuo. Legati dal filo invisibile dell'amore, portano ognuno frammenti dell'altro sulla pelle: sono famiglia. Qualcosa che supera il distacco, la separazione. Qualcosa che rimane. Nonostante tutto.
Kramer contro Kramer
romanzo di Avery Corman
traduzione: Masolino d'Amico
adattamento: Daniele Pecci
con Daniele Pecci, Federica di Martino, Fulvio Falzarano, Francesca Romana Succi, Raffaele Latanaglia, Adriano Evangelisti
e nel ruolo del piccolo Billy Kramer: Francesco Borghese
regia: Patrick Rossi Gastaldi
scene e costumi: Marta Crisolini Malatesta
musiche originale: Patrizio Maria D'Artista