In questi giorni è in corso una mostra di pittura al Palazzo Santa Chiara su un tema centrale delle emergenze che il pianeta deve affrontare, presentata e curata da Carla Mazzoni nell’ambito dell’ampia iniziativa ideata da Laura Monachesi dal titolo … se volessimo ancora tentare di salvare la terra,che ha visto numerosi personaggi della cultura prodursi in varie sedi (scuderie Esrensi - Tivoli / Palazzo S. Chiara - Roma / Convegno - Collegio Romano MiC) nei giorni che vanno dal 6 al 23 ottobre.
L’autore dei quadri esposti è Mario Moretti (1937 - 2008), un artista del quale ci siamo già occupati in passato sempre per una mostra proposta da Carla Mazzoni, un maestro dell’arte che ad anni dalla scomparsa si rivela attuale e che fra le pareti del Palazzo Santa Chiara offre l’ennesima conferma della sua bravura.
A differenza delle vedute di distese alquanto indefinite di sabbia, questa volta ci sorprende con altri scenari tratti sempre dalla natura selvaggia, quella lontana che facilmente si dimentica che esista soprattutto per chi vive in grandi città, immagini di grandi estensioni di verdi foreste nebulose con l’alone intorno, come se fossero dei sogni.
Mario Moretti pare ci voglia narrare con le sue opere che la vita metropolitana con i suoi falsi miti ci allontana da quello che sono le reali esigenze di vita sulla terra e l’artista ne da, scusate il gioco di parole, proprio un quadro di quello a noi necessario per continuare la sopravvivenza sempre messa più a rischio dai numerosi danni che le attività umane, specie quelle industriali, perpetrano sull’ambiente. Un danno che dura ormai da tanti e troppi anni che ha ridotto il paesaggio in maniera irriconoscibile, deturpandolo e sfigurandolo.
Sorprendentemente la mostra capovolge l’elegia dello scempio evidenziando la coscienza del disastro sollecitata al contrario, facendoti apprezzare il fascino della natura, il mondo che si è perso. Esposti in una mostra di denuncia del disastro, la collocazione culturale dei quadri di Mario Moretti urta il contesto distruttivo che l’umanità ha intorno assumendo un particolare significato nello stato d’animo che ne scaturisce con la visione dell’opera diventata viatico di un ipotetica nuova arcadia.
Così Mario Moretti ci propone un concetto in chiave polemica che in questa iniziativa educativa Se volessimo ancora tentare di salvare la Terra sembra volerci far “tornare indietro” in una sorta di rewind che ci porta a quello che era la natura nella sua originale genuinità e al monito di quello che dovremmo essere noi per assolvere alle nostre responsabilità.
Cosa di meglio ci può essere che la visione panoramica di foreste sterminate? Proprio quelle messe a rischio dall’uomo, il grande patrimonio che abbiamo. Così nella mostra si alternano vari paesaggi che coinvolgono il visitatore in un affascinante viaggio negli ambienti dove la vegetazione esprime al meglio lo stato della natura.
Una testimonianza lirica di alberi e piante di ogni genere che si sommano in una moltitudine di aspetti che altro non sono che i nostri polmoni che ci permettono di respirare e di vivere.
Sono quadri profetici che ci devono far riflettere sull’importanza di quello che sono gli equilibri necessari a una permanenza sul pianeta terra, se poi si pensa che l’artista è ormai scomparso la forza che esprimono è ancora maggiore, intelligentemente l’idea di Carla Mazzoni trasforma i quadri di Mario Moretti come se fossero gli sponsor di un messaggio messianico a favore della natura.
Non c’è un linguaggio artistico criptico, non c’è un contenuto da interpretare magari dietro la spiegazione di uno scrupoloso critico d’arte, ci sono quadri che ci rimandano semplicemente a quello che è la natura nella sua più autentica sensazione che può proferire.
Proprio quello che ha colto, anni or sono, Mario Moretti e che ha filosoficamente realizzato nei suoi quadri che in questo caso diventano una testimonianza imprescindibile da cui non possiamo sfuggire senza nessuna scusa.
Anche in questa mostra si è colta l’occasione di dibattere temi ambientali che fanno parte di un più ampio progetto culturale coordinato dal Centro Internazionale Antinoo per l'Arte - Documentazione Marguerite Yourcenar – e da Earth Day Italia per la ricorrenza dello storico discorso di Marguerite Yourcenar «Se volessimo ancora tentare di salvare la Terra», da cui prende il titolo di tutta la manifestazione non ché del convegno, pronunciato il 30 settembre 1987 in occasione dell’apertura della V Conferenza Internazionale di Diritto Costituzionale presso la Facoltà di Diritto dell’Università Laval (Canada).
Il catalogo della mostra, inaugurata a Tivoli presso le Scuderie Estensi, presenta testi inediti dell’accademica francese e di molti altri illustri studiosi.
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