Al Palazzo Merulana è aperta fino al 13 marzo p.v. una mostra di tre pittori importanti: Bruno Aller, Lamberto Pignotti, Luigi Boille, artisti di percorso parallelo che hanno avuto nella figura di Bruno Aller il collegamento in quanto frequentatori della sua galleria. Curata dallo storico d’arte Stefano Gallo, la rassegna presenta in totale circa 60 opere di cui 6 in grandi formati, tra cui un’opera double face di Luigi Boille del 1958, due gonfaloni di Lamberto Pignotti esposti nel 2019 al Centre Pompidou di Parigi, una pala laica a paravento di Bruno Aller…
Tre outsider a Roma è il nome davvero appropriato per tre artisti conosciutissimi e storicizzati, che hanno, ovviamente, una brillante carriera alle spalle, di cui due viventi e uno solo, Boille, di Pordenone ma di origine ungherese, purtroppo non più in vita. Una mostra che consente a chi vuole di mettere anche a paragone i generi diversi di espressione dei tre artisti, anche se questo non è il fine specifico dell’iniziativa.
In primo luogo, tutti e tre si trovano nelle stesse sale espositive, nello stesso spazio, come a rimarcare con tale contiguità un legame affettivo.
Molto raffinato l’astratto geometrico di Bruno Aller, tutto giocato su equilibri di una composizione progettata, dove risalta lo studio della forma e dove nulla è lasciato al caso. Sono armonie che rivelano un accostamento alla pittura molto meditato e che pertanto richiedono il medesimo atteggiamento da parte del fruitore.
Realizzazioni che richiedono processi estetici molto lunghi che testimoniano pure il trascorso storico e le lontane radici di Aller in quello che è stata la grande tradizione astratta, chiaramente grazie a lui evoluta e rieditata in chiave attuale.
Lamberto Pignotti emerge prepotentemente per il suo linguaggio Pop, che è tale anche nel senso letterale del termine, dato che gran parte della sua carriera è stata interessata dalla poesia visiva che, com’è noto, utilizza tecniche comunicative ad ampio raggio, con l’uso di ritagli di giornale, pubblicità, cartoline, ecc. Poesia di non poco conto sul piano epistemologico, spiegabile in quanto Pignotti ha avuto un costante contatto con Umberto Eco, con il quale ha sviluppato un rapporto dialettico, rafforzato oltretutto dal fatto che i due hanno insegnato per anni al DAMS di Bologna.
A seguire, Luigi Boille che, proiettato su un linguaggio informale, realizza opere multicolori dalle piccole campiture a dispetto di quello che è la sua corrente di appartenenza, sino a proporre una composizione di piccole macchie monocrome.
Nonostante sia scomparso già da anni, resta uno tra i più importanti pittori che abbiamo anche a livello internazionale inquanto è vissuto a Parigi; nel 2019 il Casino dei Principi di Villa Torlonia ha ospitato una sua grande antologica a cura di Claudia Terenzi e Bruno Aller, in collaborazione con l'Archivio Boille.
Una mostra importante, elegante e intellettualmente appagante, da non perdere.
Aller, Boille, Pignotti, tre outsider a Roma
Palazzo Merulana, fino al 13 marzo
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