Il fotografo e scultore Richard Long (Bristol, 1945) torna da Lorcan O’Neill per un’altra personale di grande successo, e a confermarlo è il pubblico romano accorso ad affollare le sale della galleria.
L’artista, famoso per la Land Art, ripete le sue consuete opere volte a esaltare la natura e il suo paesaggio.
Non sono cambiate molto le cose dalla storica mostra che l’ha reso famoso nel 1969, When attitudes become form, curata dal compianto Harald Szeemann, fino agli interventi su vasti appezzamenti di terra, realizzati segnando campi con pietre e altri elementi naturali. Da allora la carriera di Richard Long è schizzata in alto tanto quanto le quotazioni delle sue opere, ospitate nelle gallerie più prestigiose e nelle biennali più importanti del mondo.
Richard Longcontinua ad usare con estrema coerenza materiali naturali, spesso gli stessi che trova nei suoi paesaggi, che abilmente ricollocati diventano opere artistiche.
Terre, polveri di pietre, sassi, composti in sculture e quadri fatti con il fango di grandi dimensionisono le materie adottate per le ricerche dell’artista.
Testimonianze delle sue camminate in ambienti incontaminati che gli offre la natura, e poi tradotte in opereche sono anch’esse passeggiate, in seguito formalizzate in arte concettuale.
Quadri dipinti con il fango come quelle orme trovate nelle caverne tracce che portano alle origini dell’uomo, un misto tra l’estremamente primordiale e una concezione avanzata che sta nella proposizione di un idea dell’arte che tenta di superare se stessa.
Sono semplici atti, combinazioni di landscape, minimalismo e arte povera.
A fronte di tanta riduzione all’essenziale c’è una quotazione delle opere che hanno prezzi di tipo astronomico. Al costo di un’opera ti compri un appartamento: proprio la sensazione opposta a quella che questo genere d’arte offre.
Scusate l’ironia, ma mai un titolo come questo poteva essere meglio indovinato: Fate & Luck, destino e fortuna. Proprio vero, quando ce l’hai non puoi fare altro che esibirla, la fortuna, e Richard Long lo fa alla grande, a misura del suo grande landscape. Opere - miracolo, arte che trasforma pietre in oro, se si considera la quotazione.
Se pensi alla trasformazione di quello che tocca, novello Re Mida, Richard Long, entrare nella galleria Lorcan O’Neill è come trovarsi in un luogo fatato, anche se i materiali sono tra i più comuni e abbondanti che abbiamo nel pianeta, di una povertà assoluta, come i sassi che Richard Long ha dichiarato di aver presi in Italia; nemmeno li ha portati dalla sua Gran Bretagna, forse li avrà presi prima di entrare in galleria ...
Scusate la digressione ma certi titoli dati alle mostre a volte sono vere e proprie provocazioni, ti stimolano a tal punto che non puoi fare a meno di reagire.
Ma non dico questo per dare disvalore alla mostra, che resta d’indubbio interesse, anzi al contrario mi suggerisce un paragone tra lo “sciupio vistoso” della classe agiata di un tempo lontano di cui ci parla T. Veblen con la “povertà costosa” della nuova classe agiata, destinataria di opere come quelle che vedrete esposte. Mi fermo qui perché a dare senso sociale a questa tendenza economica aprirebbe a interpretazioni politiche dagli sviluppi sorprendenti.
Richard Long
Fate & Luck
Lorcan O’Neill
Da maggio al 19 luglio 2019
Via dei Catinari, 8
Roma
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