Il racconto più antico, quello che si tramandavano a voce generazioni e generazioni vissute alcuni secoli fa, era quello che spiegava la vita e l’origine del mondo. Quando l’uomo non aveva le conoscenze scientifiche di adesso, inventava simbolici personaggi e storie che davano l’idea del perché si era al mondo.
Una concezione ovviamente fantasiosa che, se non giustificava appieno gli accadimenti, li faceva accettare per la piacevolezza che avevano i personaggi che animavano la storia, rendendoli attraenti e di esempio per tutti. Una proto-religione, che diventava tale per la conseguente importanza che nel tempo sempre più assumeva, un ruolo che diventava centrale al punto da diventare segno di legittimazione e sinonimo di elevazione umana.
Così nel tempo si sono sempre formati ed evoluti numerosi racconti, che hanno alimentato il mito che poi non era altro che il privilegio che aveva un popolo ”eletto” rispetto alle divinità.
Una fortuna, quindi, che traspariva da ogni storia, un dono a cui l’uomo aspirava per avere una vita migliore: la civiltà, così come era interpretata anticamente.
Chi avesse attraversato via dei Banchi Vecchi nei pressi della bottega di Pietro Simonelli avrebbe sentito l’eco assordante dell’antico mito rimbombare da un lato all’altro della strada.
Infatti diversi locali, più l’androne del palazzo Sforza Cesarini, eccezionalmente aperto per l’occasione, offrivano la visione di sculture dell’artista Pietro Simonelli, tutte di richiamo classico di quel mito che ha accompagnato l’esistenza umana nella lunga storia di questo mondo.
Lungo le sponde del Mediterraneo
Ti porterò con me
Ci immergeremo nel Mito
Porta solo il profumo del tuo corpo
Così, con queste sue poetiche parole, Pietro Simonelli sintetizza il tema della sua mostra, una storia d’amore tra uno schiavo Piceno e una donna etrusca, incarnati da una ninfa e un centauro in un paesaggio mediterraneo.
“… L’amore precipita nel mito incontrando (come in sogno) frammenti di animali, lampi di memoria della nostra cultura …”.
Così il più grande amore che nei secoli hanno avuto gli artisti, la classicità, trasuda dalle opere esposte nella sua bottega e negli altri locali adiacenti, trasformando un tratto di via dei Banchi Vecchi in una galleria all’aperto, quello che oggi si dice open space.
L’installazione presente nell’androne di palazzo Sforza Cesarini ha come sottofondo musicale un brano registrato con una poesia “ Tu es la terre, tu es la femme”, sempre dell’artista Pietro Simonelli.
Con questa mostra Pietro Simonelli corona il successo della sua bottega, che da più di trenta anni ha prodotto arte: calchi, gessi, scenografie teatrali, realizzate per la lirica e per la televisione, sculture per musei e anche opere in cartapesta (presepe per il Vaticano), nonché numerose collaborazioni con importanti artisti di arte visuale esposti in gallerie e musei d’arte contemporanea.
Pietro Simonelli
Lungo le sponde del Mediterraneo
Personale di scultura
Via dei Banchi Vecchi n 125
Roma
- Lungo le sponde del Mediterraneo, la mostra diffusa di Pietro Simonelli (Audiovideo Agenzia Radicale Video)
- Conversazione con lo scultore Pietro Simonelli (Agenzia Radicale Video)
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