di Silvia Lanzani
Chi vive senza follia non è così saggio quanto crede, era la lezione di La Rochefoucauld. Per Erasmo da Rotterdamla pazzia “libera dagli affanni”, restituisce sorriso a uomini e dèi, rimette in piedi il mondo. La pazzia chiede di dare ascolto alle sue parole, non come a “predicatori sacri” ma come si faceva “coi ciarlatani di piazza, con i giullari e con i buffoni”, quelli che sanno trovare la vena giusta leggendo il proprio tempo e non prendendosi sul serio.
Francesco Donadio, per decenni ordinario di Storia della filosofia presso l’Università Federico II di Napoli,nel suo nuovo saggio La seduzione della follia. Sulla scia di Erasmo da Rotterdam(Editore Saletta dell'Uva) riscrive, in chiave attualizzante, il testo classico del Rinascimento europeo, Elogio della follia, di Erasmo, che è una brillante descrizione di ruoli e comportamenti ispirati dallaFollia, osservandone soprattutto i vantaggi della sua azione sui differenti campi da gioco della storia umana.
L'intera narrazione ha il sapore dell'ironia e dell'autoironia, che è quel distacco dell'anima che unicamente può alleviare il peso dell'esistenza, la via aureasu cui si annuncia il cammino stesso della ragione, della quale alla fine il testo costituisce un vero inno, perché propriamente non c'è ragione senza ironia.
La Pazzia si riconosce figlia di Pluto, il dio della ricchezza, e della ninfa Neotete, la Giovinezza, a cui si era unito “in dolcezza d’amore”, come si esprime Omero, ma senza restarne inchiodato con “uggioso matrimonio”.
Il suo luogo di nascita è invece quello delle cosiddette «Isole Fortunate», dove tutto vien su senza seme e senz’aratro, dove non si conosce lavoro, vecchiaia o malattia alcuna.In questo saggio - dedicato al FilosofoAldo Masullo– Donadio conduce il lettore tra letteratura, filosofia e doni delle arti. Naturalmente la Pazzia riguarda anche le donne, anzi soprattutto le donne, essendo proprio quella qualità che le rende amabili. Senza il condimento della follia persino un convito potrebbe non riuscire gradevole.
La Pazzia è l’amalgama capace di rendere saldo e duraturo ogni rapporto tra disuguali(tra re e popolo, servo e padrone, precettore e alunno, persino tra marito e moglie) ma anche di renderlo accettabile/gradevole, sul presupposto naturalmente che nessuno potrebbe sopportare l’altro se «a vicenda non s’ingannassero tra loro, non chiudessero un occhio per prudenza, non si adescassero col miele di qualche follia».
La Pazzia non esige sacrifici, né che le si innalzino templi. È slargo sulla condizione umana, setaccio che passa storie e il dire originario che è sempre umanità. Il risultato/dono di una seconda fanciullezza ovvero di una salutare rinascita, il recupero del rumore profondo dell’anima baciata dalla Follia ovvero dalla Grazia.
Tutto, dunque, si deve alla Pazzia e niente di tutto ciò che di buono c’è ed esiste nella vita, sarebbe stato possibile senza l’intervento/complicità di una Follia che è l’altro nome del coraggioe della sfida.
Il nome di chi sa che deve lottareogni giorno con un sorriso e una bisaccia in spalla, per spingersi nella terra che ancora non conosciamo.
La seduzione della follia. Sulla scia di Erasmo da Rotterdam
Francesco Donadio
Editore Saletta dell'Uva
pp. 85, euro 10.
Contatti: 0823.323892 339.3685050
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