Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

24/12/24 ore

I Tessuti d’Arte del Regno di Napoli, di Nicoletta D’Arbitrio. Una vita dedicata al restauro


  • Giovanna D'Arbitrio

Su Nicoletta D’Arbitrio, mia sorella, ho scritto solo qualche articolo per commemorarne la memoria, poiché era già un personaggio noto a Napoli in campo culturale per tutte le sue attività e iniziative alle quali da tempo veniva dedicato ampio spazio su giornali cartacei e siti on line. Mi sembra ora quasi doveroso scrivere qualcosa sul suo ultimo libro presentato il 21 dicembre 2018, al Museo Pan di Napoli, presentato da Carlo Ziviello e da Stefano Causa (docente, storico dell’arte e scrittore) “I Tessuti d’Arte del Regno Di Napoli” (Ed. Ad Est Dell’equatore).

 

Nicoletta aveva fretta di completare questo libro, una sorta di testamento culturale sul restauro, quasi presagisse di non riuscirvi per mancanza di tempo che le scorreva in fretta tra le fragili dita indebolite da un male che non perdona. Sperava che potesse essere pubblicato nel giugno 2017: incalzava Carlo Ziviello, figlio di suo marito Luigi ed editore di Ad Est dell’Equatore, affinché l’aiutasse a realizzare il suo sogno. Purtroppo il 25 maggio 2017 Nicoletta lasciò questo mondo dopo una coraggiosa lotta per la vita.

 

Nicoletta era nata a Napoli nel 1948, a Capodimonte nell’antica casa dei nonni materni, da Ada Mastropaolo e Salvatore D’Arbitrio, in una bella famiglia, ricca di cultura, valori e ideali. Dotata di senso artistico e grande manualità, volle iscriversi all’Istituto d’Arte e poi all’Accademia di Belle Arti. Divenuta restauratrice di tessuti antichi, docente al biennio di specializzazione all’Accademia di Belle Arti di Napoli, autrice di diversi libri (tra i quali alcuni scritti con il marito, arch. Luigi Ziviello), organizzatrice di numerosi eventi culturali in Italia e all’estero, Nicoletta si è sempre trovata a suo agio tra le antiche vestigia del passato che ha riportato allo splendore, combattendo la disinformazione sui tessuti con paziente ricerca ed approfonditi studi di archivio per far comprendere quanto sia importante inquadrare i tessuti da restaurare nell’epoca in cui furono realizzati.

 

Sulla quarta di copertina si legge: “Il restauro non è un'applicazione tecnica per quanto sofisticata, ma è un atto critico, il gesto di mani guidate dal pensiero. E il gesto che porta a restaurare non si dirige verso l'indistinto mondo dell'arte ma verso la singola opera. È la singolarità dell'opera la protagonista del pensiero, dello studio e della conoscenza”. (Maria Andaloro)

 

Tra i numerosi libri di Nicoletta e suo marito (anche lui scomparso lo scorso anno), diversi furono dedicati ad Ischia, in particolare quello su ”L’Architettura Rupestre delle Case di Pietra” e pertanto a loro qualche giorno fa è stata dedicata una targa in una strada dell’isola.

 

Un articolo pubblicato suIschia News, inoltre, ben descrive Nicoletta e il suo ultimo libro che ”pone le basi scientifiche per un repertorio documentario e letterario in gran parte inedito, frutto di una ricerca condotta negli archivi storici italiani ed europei e fondato sulla acquisizione di una vasta documentazione iconografica. Lo studio ha portato alla luce preziose opere d'arte tessile create da artefici napoletani e anche francesi, fiorentini, senesi, veneziani e genovesi che operarono a Napoli, dove furono accolti e a cui fu data cittadinanza, contribuendo al fiorire dell'arte tessile. I documenti non solo ne rivelano l'identità ma specificano le caratteristiche dei manufatti creati dall'atelier di ogni “Maestro di drappi d'oroLa seconda parte del libro riguarda le fasi di restauro di opere dell’arte tessile napoletana tra cui gli arazzi di Palazzo Reale, i ricami della famiglia D’Aquino e gli apparati delle famiglie reali e delle nobili casate napoletane conservati in S. Domenico Maggiore e i ricami di S. Chiara eseguiti dall’autrice stessa nel corso della propria vita professionale”.

 

 


Aggiungi commento