Un libro che parla di Napoli non è una novità assoluta, anzi ultimamente Napoli, come del resto tutto il meridione, ha avuto un “risveglio” letterario di grande portata internazionale che va da Saviano sino alla Sicilia di Camilleri per citarne alcuni. Tutti incentrati su aspetti di degrado sociale e in particolar modo sulla criminalità organizzata dipingendo un popolo ignorante, vigliacco, falso, violento, cinico, crudele, in storie molto squallide, dove l’omertà generale pare l’unanime sentimento di un popolo poco incline alla civiltà e alle conquiste sociali, che nel resto dell’Italia e del mondo emancipato si sono raggiunte.
Così pure il cinema e il teatro, le canzoni e le arti figurative, formano la gabbia ideologica sostenuta dagli intellettuali della “questione meridionale”.
Se poi a tutto questo si aggiunge il negativo martellamento mediatico, emerge un’ossessione oltre misura, spropositata. Il libro di cui parlerò si pone in maniera diversa dalla consuetudine purtroppo ormai acquisita e ricalca quella concezione di un’identità popolare naturale, spontanea, scevra da presunzioni sociologiche e senza enfasi. Un pensiero rivolto a un popolo brillante e simpatico, bonario e bonaccione, che sa mettersi in berlina, sempre pronto a ingaggiare chiacchiere teatrali anche nei momenti e nei luoghi più impensabili fomentando, come al solito, l’ilarità generale.
Così vengono fuori battute e storielle prese per strada o nei locali pubblici come se fossero registrazioni ottenute con un microfono nascosto portato in giro per la città a cogliere piccoli accadimenti che costituiscono la quotidianità napoletana.
L’autore, Giancarlo Naldi, è un narratore per caso di questa città: da Bologna, città di origine, per diventare ufficiale dell’aereonautica venne all’Accademia di Pozzuoli nei primi anni sessanta e da lì cominciarono i suoi primi racconti.
Sicuramente di sentimento e di parte, Naldi, giacché sposato con una signora partenopea - a cui dedica il libro - da cui ha avuto due figlie, ha continuato il rapporto con questa città anche quando gli impegni della sua brillante carriera di generale dell’aereonautica, ora in congedo, lo hanno portato lontano, ma sempre con un po’ di Napoli nel cuore, a temperare l’efficienza nordica con un saggio distacco per meglio fronteggiare gli eventi.
Il libro è fatto di storielle, molte delle quali di poche righe, che fanno ridere, ma anche pensare, sembrano barzellette o meglio commedie in poche battute, tutte recitate da napoletani che paiono presi dalla commedia dell’arte, ma anche dall’avanspettacolo e dai De Filippo.
Ne viene fuori una città dai colori smaglianti, come quella che ci avevano fatto conoscere i vedutisti che hanno ritratto Napoli sino agli inizi del ‘900; con questo, non voglio intendere desueta e retrò, tento solo di spiegare che Giancarlo Naldi si accosta alla città con la delicatezza che non sembra tipica di un generale, come si potrebbe aspettare, ma di un artista che ne coglie gli aspetti più coloriti, con stile “espressionista” proprio come fa un pittore ritrattista. Ne scaturisce una lettura piacevolissima, ricca di tante sorprese narrative che non permette di chiudere il libro prima di non averlo finito, perché si rimane incuriositi dalla storiella successiva. Un trascinamento e coinvolgimento che ti accompagna sottobraccio ad attraversare una Napoli in una cornice spassosa, allegra e bella, come del resto è.
Ricordini o raccontini dolci come le sfogliatelle, i babà, le zeppole, i bomboloni, o saporiti come le pizzette, i calzoni, gli arancini ecc. di quelle friggitorie di strada che ti stuzzicano l’appetito; una lettura “d’ambiente” scaturita dalle passeggiate nei vicoli caratteristici.
Insomma in breve tempo rischi di trovarti talmente immerso nella napolitanità da rischiare una crisi di “ingordigia” di umanità verace e di purezza giocosa, doni atavici che riscontri sempre più rari nel carattere italiano. Squisitezze di semplici aneddoti che sono patrimonio da conservare perché hanno il merito di fare bene allo spirito.
Il generale Giancarlo Naldi è molto conosciuto nell’ambiente delle forze armate e dintorni per le innumerevoli conferenze che da molti anni presiede nella Casa dell’Aviatore a Roma, in incontri frequentatissimi non solo da appartenenti all’arma aeronautica, che investono vari campi e interessi, culturali, sociali, economici ecc. Insieme alla consorte Giovanna è molto attivo nel campo della solidarietà.
Il ricavato delle vendite di Napoli … è un sentimento (Guida editori) infatti sostiene ‘A voce d’’ e creature, un’Onlus diretta dal sacerdote don Luigi Merola, che ha come obbiettivo l’aiuto ai bambini disagiati di Scampia.
Riprendo, per concludere, una frase molto appropriata che sta alla fine del libro: “Fare di più per Napoli è possibile. Basta solo volerlo”.
é uscito il N° 118 di Quaderni Radicali "EUROPA punto e a capo" Anno 47° Speciale Maggio 2024 |
è uscito il libro di Giuseppe Rippa con Luigi O. Rintallo "Napoli dove vai" |
è uscito il nuovo libro di Giuseppe Rippa con Luigi O. Rintallo "l'altro Radicale disponibile |