La lettura del libro di Rossana Campo Difficoltà per le ragazze (Ed. Giulio Perrone) ha suscitato in me non solo utili riflessioni, ma anche numerose perplessità.
Preferisco intanto dare spazio alla scheda di presentazione della casa editrice, secondo la quale le difficoltà di cui parla il libro sono “per quelle ragazze che ancora non conoscono l’amore e rimangono attaccate a una promessa estiva con un gelato in mano, al caldo di una panchina. Per una madre stravagante che pensa solo alla tintarella, o a chissà cosa, e per la sua bimba “conciata come una cretina” con il “costume rosa con i volant in giro per le ascelle e per la pancia”, che non è mica un costume da donna, per lei che invece vuole sembrare già grande.
Difficoltà per la Betti, che deve comprare il primo reggiseno, si vergogna e non sa neanche quale sia la sua taglia; e per la Sandra che vuole sapere come ci si sente se si aspetta un bambino, e spera di aspettarlo questo bambino per non perdere un uomo. E per altre donne, per altre ragazze, che conoscono tardi il proprio padre al tavolino di un bar o che aspettano in un motel, con un body nero di lattice addosso, un uomo conosciuto in chat.
Rossana Campo in questi quattordici racconti, con una scrittura affilata e diretta, ci trasporta in altrettante vite e nei loro intoppi e ci fa conoscere personaggi eccentrici e sballati, ma incredibilmente veri nelle loro piccole paure e confusioni, nei loro scambi schietti. La parola è carnale, fresca, e i risvolti di queste storie, nella loro leggerezza malinconica, tanto comici quanto amari”.
Anche se le storie sono interessanti e sottolineano aspetti della condizione femminile attraverso le difficoltà di 14 donne e sono senz’altro raccontate con una certa abilità dalla scrittrice, tuttavia francamente non riesco a comprendere perché in poco più di 100 pagine si annidino ben 82 parolacce, con una prevalenza di Cazzo, Cacchio, Minchia, Stronzo, coniugazione del verbo Cagare, Merda ed altre scurrilità sia stilistiche che di contenuto.
Non mi scandalizzo facilmente, ma non credo in questo tipo di letteratura che si adegua al cattivo gusto imperante nel tentativo di essere “realistico”. Dal turpiloquio si salva solo qualche storia in cui l’autrice mostra una maggiore sensibilità.
Dai cenni biografici apprendiamo che Rossana Campo è nata a Genova nel 1963 e vive fra Roma e Parigi. Ha esordito nel 1992 col romanzo In principio erano le mutande (Feltrinelli, 1999; da cui il film omonimo di Anna Negri). Sono seguiti una decina di romanzi, tradotti in molte lingue tra cui: Il pieno di super (Feltrinelli, 1993), Mai sentita così bene (Feltrinelli, 1995), L’attore americano (Feltrinelli, 1997), Sono pazza di te (Feltrinelli, 2001), L’uomo che non ho sposato (Feltrinelli, 2003), Duro come l’amore (Feltrinelli, 2005), Più forte di me(Feltrinelli, 2007), Lezioni di arabo (Feltrinelli, 2010), Felice per quello che sei. Confessioni di una buddista emotiva (Perrone, 2012).
Giovanna D’Arbitrio
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