Un ricco e intenso epistolario raccolto con pazienza e precisione da Claudio Bolzan e pubblicato dalla Zecchini Editore aiuta il pubblico a conoscere meglio la figura complessa e tormentata di Clara Wieck Schumann, pianista e moglie del celebre compositore Robert.
Nata a Lipsia nel 1819, secondogenita di Friedrich e della pianista Marianne Tromlitz, comincia ben presto a suonare, stimolata dalle cure e dalle attenzioni severissime, spesso oppressive, del padre, insegnante di pianoforte, al quale viene affidata insieme ai fratelli dopo il divorzio che egli ha ottenuto dalla moglie.
Fin da piccola viene accolta presso i ricchi salotti europei, gira per le corti reali ed entra in confidenza con i più grandi musicisti dell'epoca. Diventa quindi una pianista nota in tutto il nostro Continente, ma che in seguito vivrà molto all'ombra della fama e del ricordo del marito, anch'egli allievo di suo padre Friedrich. Insieme avranno otto figli e condivideranno una vita breve, ma intensa, durante la quale avranno alcune gioie e soddisfazioni alternate a numerose e dolorose avversità.
La prima, in ordine cronologico, è l'ostilità di Friedrich verso questa nascente unione che osteggerà con estrema durezza, fino a doversi arrendere in seguito alla perdita della causa legale intentata dai giovani sposi. Opposizione che è causa di grandi amarezze, litigi e problemi nella coppia.
Raggiunta una certa serenità dopo queste iniziali difficoltà, la coppia dovrà affrontare la scomparsa del terzogenito Emil, morto in tenerissima età. In seguito, la depressione e le allucinazioni di Robert che lo porteranno alla follia e infine alla morte, lasceranno Clara da sola a dover allevare e mantenere i sette bambini rimasti.
Lei continuerà a girare per l'Europa, dando concerti e lezioni private, ma trascurerà i suoi figli che verranno in gran parte affidati alle cure di parenti, amici lontani ed estranei. I ragazzi soffriranno della mancanza del calore familiare a tal punto che alcuni di loro si ammaleranno e moriranno molto giovani.
Il libro di Bolzan è la raccolta commentata di alcuni stralci del diario personale che Clara tenne con costanza e precisione, di numerosissime sue lettere, di altre scritte dal padre a suo nome e di alcuni brani estratti dai ricordi dei suoi figli e nipoti.
Un'antologia che è molto più di una biografia: attraverso questa ricca corrispondenza si vengono a conoscere non solo il carattere e il suo stile di vita, ma anche i tratti più intimi e i sentimenti più nascosti della musicista, gli ambienti da lei frequentati e le sue opinioni riguardanti altri famosi artisti dell'epoca. Tutto questo è accompagnato, grazie ai suoi commenti e a quelli di Bolzan, dal contesto storico e geopolitico, tanto bene da capire le posizioni di Clara riguardo alla guerra franco-prussiana e ad altri importanti eventi dell'epoca.
Leggendo questa raccolta si segue passo passo la crescita sia psicologica e relazionale sia professionale della pianista, una donna sensibile e passionale, piuttosto estroversa, ma malinconinca e al contempo molto severa con se stessa e con i figli, che non manca di esprimere affetto anche ai suoi amici e conoscenti, cercando in loro quella comprensione e quell'indulgenza che probabilmente non ha mai trovato nel padre; che vive con ansia e preoccupazione le avversità, pur tuttavia mostrando un carattere forte e determinato, uno spirito pratico e organizzativo, tipico delle manager di oggigiorno.
Per la copertina del libro è stato scelto un eloquente ritratto, dipinto da Johann Heinrich Schramm, dal quale si può evincere, come ha ben descritto lo stesso Bolzan nell'introduzione: “Lo sguardo dolce, ma, al tempo stesso, fermo, penetrante; i lineamenti delicati nell'ovale perfetto del volto; le labbra ben modellate, denotanti un'indole vivace, determinata e non prima di una certa severità di fondo".
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