È nelle librerie il volume Lettere eretiche (Stampa alternativa ed.; pp.165), scritto da Paolo Izzo, segretario di Radicali Roma. Si tratta di una raccolta delle lettere inviate dall’autore a giornali e riviste, tutte pubblicate nelle rubriche delle varie testate, aventi per tema privilegiato la laicità e la tutela dei diritti civili.
Il libro – corredato dalle premesse di Rita Bernardini e Luigi Cancrini – si divide in tre parti: lettere laiche, lettere politiche e lettere etiche. Alcune di queste hanno ricevuto anche una risposta dai curatori, che sono riportate nelle note in fondo.
Colpisce come quasi nessuna delle lettere che richiamano specifiche iniziative politiche dei radicali siano state considerate meritevoli di un intervento, mentre il "dialogo" con il tenace estensore di queste missive si innesti per lo più su argomenti generali o di natura etico-filosofica. La giustificazione ovvia è che si risponde alle lettere che coinvolgono il maggior numero di persone, ma forse un peso è esercitato anche dalla volontà di limitare il più possibile ogni evidenziazione: la lettera è sì stampata, ma si rimuove il confronto.
Viceversa, in bella mostra figurano gli interventi che meglio si adattano al mainstream del politicamente corretto, così tanto in voga nel sistema mediatico. Qui va segnalato un rischio di non poco conto: sollevando le questioni relative a temi quali l’eutanasia e l’aborto, ci si accorge – dalle risposte – che spesso essi sono in qualche modo piegati e distorti nella direzione della difesa acritica delle comodità individuali, piuttosto che coglierne il risvolto dei diritti vissuti responsabilmente.
Robert Hughes nel suo La cultura del piagnisteo aveva ben rilevato come la deriva "politically correct" avesse finito per fare da sponda al rinvigorirsi di una cultura conservatrice e retriva, offrendole spunti polemici non privi di una giustificazione. In tal modo l’estremismo, al limite dell’insensatezza, di un progressismo vuoto e inefficace dava alimento a una cultura fondamentalmente reazionaria.
Se un limite riscontriamo nelle lettere inviate da Izzo ai giornali è proprio questo: la giusta difesa delle unioni di fatto o dell’autodeterminazione delle donne, o ancora della salvaguardia dell’autonomia di ciascuno nelle scelte da compiere di fronte all’accanimento terapeutico, finisce per essere contaminata – una volta subito il trattamento dei media – da quella banalità per cui il proprio comodo è spacciato per libertà.
E così si perde di vista la sostanza profonda dell’etica laica, che è fondata sulla capacità di scegliere responsabilmente (e non per interesse superficiale) il proprio destino. Un fondamento che la rende la sola in grado di competere – sul piano filosofico e concettuale – con le visioni di natura religiosa, che invece inseriscono l’individuo in un destino segnato altrove.
Lettere eretiche, audiovideo conversazione con Paolo Izzo (Agenzia Radicale Video)
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