Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

23/12/24 ore

A Roma III edizione di Gotika, festival a Testaccio fra rune, tarocchi e cultura goth



di Gianni Carbotti 

e Camillo Maffia

 

Un tipico aspetto della scena gotica, nata come sottocultura giovanile che si è sviluppata a partire dagli anni Ottanta in una direzione piuttosto vasta in Occidente e non solo, è la riflessione religiosa, spesso venata di tinte esoteriche e mistiche, mai scevra di eclettici riferimenti culturali.

 

Un immaginario notevolmente vasto che gli organizzatori di Gotika, il festival che si è svolto a Roma lo scorso 12 febbraio presso la Città dell'Altra Economia nel quartiere Testaccio, hanno pensato di racchiudere in una serie di stand e seminari, con uno sforzo di promozione culturale a dir poco raro.

 

L'evento ha visto una nutrita partecipazione, caratterizzata da un forte elemento goth a partire dal look degli stessi visitatori, che ha conferito una certa coerenza estetica alla manifestazione. Va premesso che la città, sotto questo profilo, da decenni ormai vive immersa in un'aridità che sta conferendo nuove accezioni al termine "decadenza"; ma dove c'è decadenza, dopotutto, c'è gotico, un genere che affonda le sue radici nell'epoca romantica e (per l'appunto) del Decadentismo.

 

 

È quello infatti l'humus in cui il romanzo gotico con le sue suggestioni orrorifiche si è imposto via via nel panorama letterario del Diciannovesimo secolo, prima di sconfinare nella "settima arte" con una interminabile sequela di capolavori a partire dal Nosferatu di Murnau. E di riemergere poi negli anni Ottanta con l'omonima sottocultura, nata da una costola del punk.

 

 

 

Fino ai primi del Duemila di eventi a tema ce n'erano tanti, legati agli aspetti più vari, dalle serate e i concerti musicali alle fiere di oggettistica, passando per le conferenze nelle librerie. La "cultura dark" in Italia ha poi però subito la sorte che è toccata alla scena alternativa tutta, ovvero quella di perdere gli spazi fisici di confronto e di finire inglobata dal web.

 

 

Al netto di tutti gli aspetti positivi dell'innovazione tecnologica, va detto che sulla rete spesso l'illusione dello scambio e del rapporto umano si rivela presto o tardi l'anticamera dell'isolamento e dell’alienazione.

 

 

Tanto più lodevole quindi una proposta come quella di Gotika, che se ha un pregio sopra ogni altro è quello di aver riunito, in modo ordinato e piacevole, tante realtà diverse in un luogo fisico, dove spunti eterogenei, ma accomunati dalle analogie tematiche, hanno potuto convergere in una fiera tridimensionale.

 

 

Il visitatore si è trovato così a curiosare sospinto dalla musica goth fra gioielli e bracciali, rune e tarocchi nella tranquilla atmosfera di una giornata domenicale, esplorando l'immaginario con cui ha "puntellato" la sua adolescenza o che scopriva invece per la prima volta. Un contatto autentico fra appassionati, curiosi e habitué, al di fuori della comunicazione 2.0.

 

 

Va sottolineata anche la funzionalità di beneficenza dell'iniziativa: camminando fra le bancarelle si poteva notare il punto di raccolta per i viveri destinati all'assistenza per gli animali, dai gatti randagi ai rifugi per i cani abbandonati, oltre all'info point presente presso gli stand.

 

 

Un plauso quindi agli organizzatori di Gotika, un festival dalla forte impronta sottoculturale per celebrare la passione verso un immaginario che rivela l'intramontabilità dei suoi topoi nonostante lo scorrere dei secoli.

 

 

 


Aggiungi commento