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16/11/24 ore

Dibattito: “Area di crociata” I cattolici italiani di fronte alla nascita dello Stato di Israele (1945 – 1951)


  • Andrea Spinelli Barrile

Nell'interessante presentazione del libro "Area di crociata. I cattolici italiani di fronte alla nascita dello Stato d'Israele" che si è tenuta giovedì 6 settembre a Roma nella particolare cornice di Palazzo Santa Chiara, sono emersi due elementi chiave per una corretta interpretazione dei rapporti tra cristiani ed ebrei. L'evento, organizzato dall'Associazione Amici di Quaderni Radicali e dalla Associazione Romana Amici di Israele è stato seguito da un pubblico decisamente variegato (laici, cattolici ed ebrei, giovani e meno giovani) ed appassionato.

 

Il primo elemento che emerge da questo libro, scritto da Paolo Zanini e di una complessa completezza documentale, è un tassello importante per capire quali tradizionalismi, quali obiettività, quali complessità storiche sono state manifestate dal mondo cattolico, dalla Chiesa alla comunità dei fedeli, durante la nascita dello Stato di Israele; primi tra tutti il dogma della diaspora, la condanna divina alla peregrinazione eterna del popolo deicida, e il pregiudizio atavico sul giudaismo come spietato, perfido, chiuso nella sua misteriosità.

 

Esponenti della Santa Sede, opinionisti, giornalisti, la stragrande maggioranza del mondo cattolico – ha sottolineato Gianfranco Armando, Officiale dell’Archivio Segreto Vaticano, manifestavano tutti quelle preoccupazioni, che per secoli hanno influenzato (e ancora oggi influenzano) l'occhio intellettuale e sociale con il quale la Terra Santa ha dovuto convivere per secoli.

 

Dalla paura delle infiltrazioni sovietiche al disprezzo per espressioni "socialiste" come la vita del kibbutz, anche la laicità che caratterizzava la gioventù israeliana nell'oscurantismo dell'ortodossia ebraica era visita con un taglio decisamente critico; nondimeno la sacralità per il cristianesimo di alcuni luoghi nel territorio del nuovo Stato d'Israele, Gerusalemme compresa.

 

Come ricordato da Andrea Yaakov Lattes della Bar-Ilan University of Israel sono proprio i tanti pregiudizi radicati nelle coscienze cattoliche ad aver osteggiato la nascita di Israele, pregiudizi abbattuti da brillanti citazioni di Sartre e annullati nondimeno dalla storia, a dimostrazione che lo Stato  d'Israele è l'espressione di alcuna lobby giudaica, tantomeno figlio della lavata delle coscienze europee.

 

Il direttore di Quaderni Radicali e nuova Agenzia Radicale Geppi Rippa ha ricordato quanto uno studio della storia di allora sia propedeutico e necessario per interpretare correttamente l'attuale situazione mediorientale, in cui convivono due culture differenti (ma, in fondo, quanto differenti?) annullate in un equilibrio pericolosamente precario; Rippa ha ricordato le ingerenze inglesi (una potenza mandataria e coloniale), le influenze religiose (non solo tra ebrei e cattolici ma anche con il mondo cristiano in generale) e di Stati terzi.

 

Un libro fondamentale per comprendere gli equilibri che hanno regolato e continuano a regolare i rapporti tra cristiani ed ebrei dentro e fuori dallo Stato d'Israele, nell'ottica di una verità e di un miglioramento dei rapporti tra le due culture.   

 

Audiovideo della presentazione del libro (da Agenzia Radicale Video per Radio Radicale)

 

(foto Gianni Carbotti)


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