Recentemente Chris Perry, ex direttore tecnico della Pixar , è intervenuto sulla questione delle potenzialità ancora inespresse dal settore dell'animazione e della Computer Graphics. “I film in computer animation sono stati relegati a uno status di genere e raccontano sempre tipi di storie molto simili: commedie per tutti, con momenti di azione , con l'immancabile lieto fine, con pochissime donne e persone di colore e così via” - ha affermato Perry - “ … l'animazione computerizzata è infinitamente mutevole ma il pubblico continua a non vedere altro che cartoni da centinaia di milioni di dollari”.
Il 96% dei film d'animazione viene infatti segnalato come G o PG (adatto cioè a tutti gli spettatori e “minori di 10 anni accompagnati”), il più “adulto” è Beowulf di Robert Zemeckis del 2007, l’unico lavoro bollato come PG13 (minori di 13 anni accompagnati). Ciò significa che la possibilità di potere trasmettere la stragrande maggioranza di questi film per pubblico allargato garantisce enormi incassi necessari per un genere che in media costa 135 milioni a film. Un mercato molto ricco dominato ovviamente dalla Disney che sta cercando di allargarlo anche alla rete.
Attualmente il colosso hollywoodiano ha chiuso il suo sito di noleggio e distribuzione americano mantenendo tuttavia attivi i suoi contenuti da Itunes e Media player ma spostando il suo portale sulla rete Europea grazie a Disney Movies on Demand, il nuovo servizio che verrà lanciato in partnership con l’operatore spagnolo Wuaki.tv. Una strategia distributiva che segue la strada già intrapresa con l'operatore portoghese Zon ma che in realtà non significa l'abbandono del mercato statunitense in quanto è probabile la creazione di una piattaforma disneyana con il nuovo sistema di streaming Ultraviolet.
Tuttavia la pressione del mercato sul cinema d'animazione e della Computer Graphics può essere superata, ha spiegato Perry, innanzitutto abbassando i costi grazie alle nuove tecnologie come i nuovi rendering, la funzione del software di montaggio che permette di trasformare le clip nel formato definitivo, introdotti dai videogame.
A ciò si deve aggiungere l'investimento sui giovani talenti per la creazione di un nuovo cinema di animazione indipendente che Perry si propone di realizzare con la fondazione della nuova casa di produzione Bit Films.
Stefano Delle Cave