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24/11/24 ore

L’Inganno di Sofia Coppola. Donne e guerre



Premiato al Festival di Cannes 2017 per la “miglior regia” di Sofia Coppola, “L’Inganno” è in effetti  un remake della pellicola di Don Siegel “La notte brava del soldato Jonathan” tratto dal romanzo “A painted Devil” di T. P. Cullinan.

 

Il film racconta la storia del caporale nordista John MacBarney (C. Farrell) che viene trovato ferito in un bosco durante la Guerra di Secessione dalla piccola Amy (Oona Laurence), una alunna di un collegio femminile dove nove donne di età differenti lo assistono, lo curano, lo nascondono perfino ai soldati sudisti alla ricerca di nemici fuggiaschi.

 

Con i suoi modi rispettosi e ipocriti John cerca di accattivarsi le simpatie delle donzelle, pronto ad approfittarne da vero gallo del pollaio. Percependo i desideri repressi della direttrice Martha (Nicole Kidman), della sua dolce aiutante, Edwina, (Kirsten Duntst), nonché dell’allieva più grande, la bella Alicia (Elle Fanning), le corteggia abilmente offrendo loro comprensione e amore.

 

Dopo aver promesso una notte d’amore a Edwina, s’intrufola invece nella camera di Alicia: scoperto mentre è a letto con lei, viene spinto giù dalle scale dalla gelosa Edwina, si rompe una gamba che subito Martha decide di amputargli. Infuriato per l’inflitta invalidità, appena in grado di reggersi in piedi con l’aiuto di una gruccia, John si impadronisce di una pistola e terrorizza le donne che decidono di liberarsi di lui propinandogli funghi velenosi.

 

All’inizio la narrazione è lenta e si dilunga su attenzioni varie dedicate da ciascuna donna al soldato e su interazioni psicologiche tra personaggi, mentre nella seconda parte essa diventa più vivace e drammatica.

 

In complesso tuttavia la trama appare poco convincente e alquanto irreale, se si considera che dal collegio si può udire il rombo dei cannoni di battaglie alle porte e il continuo passaggio di soldati nordisti e fuggiaschi sudisti. Come abbiano fatto queste donne a rimanere indenni da stupri e saccheggi in verità non si capisce! E non si capisce nemmeno come la direttrice riesca ad operare il caporale con una sega e regalargli una nuova guarigione.

 

Tutti i soldati ostentano correttezza e maniere educate, incluso John finché non subisce l’amputazione, mentre gli eventi storici di tutti i tempi ci dimostrano che saccheggi e stupri di milioni di donne sono un’orrenda realtà delle guerre passate e presenti.

 

Sofia Coppola, figlia del famoso regista Francis Ford Coppola, è senz’altro dotata di talento, ma ci sembra più convincente quando non mescola fatti storici e romanzi, come in altre sue opere, in particolare Le Vergini Suicide, Lost in Translation, Somewhere, The Blink Ring.

 

Nel film sono comunque da apprezzare la bravura degli interpreti (N. Kidman, K. Dust, E. Fanning e O. Laurence), la fotografia (Philippe Le Sourd) e la scenografia (Anne Ross).

 

Giovanna d’Arbitrio

 

 


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