Se assolutamente condivisibile è il Leone d’oro per il miglior film a Kim Ki Duk per Pietà, quanto meno discutibili sono state le scelte della giuria di Venezia 69 presieduta da Michael Mann di attribuire il Leone d’argento alla regia a T.S. Anderson e la Coppa Volpi per l’interpretazione maschile a Joachim Phoenix (ex aequo con Philip Seimur Hoffman) per The Master, deludente rispetto alle attese dell’apertura, alla sua prima mondiale qui al festival.
Nonostante il buon livello delle pellicole italiane (La bella addormentata di Belocchio, l’Intervallo di Di Lorenzo, lo stesso E’stato il figlio di Ciprì) queste,pur giocando in casa, non hanno ricevuto i riconoscimenti che meritavano. E lo stesso si può dire per la doppia eccellente prova di Toni Servillo tanto nel film di Bellocchio che in quello di Ciprì.
Inspiegabile il destino di La cinquieme saison capolavoro, forse l’unico presente quest’anno al festival, dei belgi Peter Brosens e Jessica Woodworth, forte della superba fotografia Bruegeliana (ma anche Bosch fa capolino) quella si da premio. Complesso racconto sulla fine del mondo prossima ventura, siamo ancora nel 2012 tutto sommato, conseguente la carestia universale causata dall’inquinamento operato dall’uomo sul pianeta che rifiuta di produrre le risorse necessarie alla sopravvivenza di tutte le sue specie.
Premio speciale della giuria a Ulrich Siedl per Paradise Love per il quale alla prima lagunare furono scagliati strali da più parti in riferimento all’inusuale utilizzo di un grosso crocefisso in un paio di scene. Circostanza sfruttata dai detrattori per distogliere l’attenzione dalla profonda riflessione sulla fede, il culto e la libertà di scelta religiosa in occidente, che esso affronta.
Coppa Volpi per la miglior interpretazione femminile ad Hadas Yaron per Fill the void e premio Marcello Mastroianni per il miglior attore/attrice emergente a Fabrizio Falco presente in La bella addormentata e in E’ stato il figlio e ancora il meritatissimo riconoscimento alla Miglior sceneggiatura a Olivier Assayas per Apres mai, fedele riproposizione dell’immediato post sessantotto nell’esperienza di un gruppo di diciottenni francesi combattutti tra impegno politico,militanza armata e vocazione per la settima arte.
Premio per il Miglior contributo tecnico infine a Daniele Ciprì per la fotografia de E’ stato il figlio.
Tra gli ignorati degni di nota: Kiss of the damned della figlia d’arte Xan Cassavetes, passione bollente e sanguigna tra due sorelle vampire e amanti, Spring Breakers di Harmony Korine con Selena Gomez e James Franco, lui si da Coppa Volpi anche se il film ha diviso due e forse più generazioni di critici.
l Queer Lion Award 2012, un riconoscimento assegnato per l’opera che con maggiore efficacia tratta le tematiche omosessuali e della queer culture al film The Weight, di Jeon Kyu-hwan.
La serata ha anche avuto due intensi fuoriprogramma: Kim Ki-Duk che ringrazia cantando a cappella la canzone di un suo film precedente e l’incidente tra Michael Mann e Laetitia Casta, che invertono clamorosamente l’assegnazione del Premio speciale della giuria con il Leone d'argento.
Per chi vorrà rifarsi l’appuntamento è già fissato, per la seconda decade di novembre, al prossimo Roma Film Festival … Le iscrizioni sono aperte.
Vincenzo Basile