di Vincenzo Basile
È Embers di Claire Carré, il vincitore del Premio Asteroide (assegnato al Miglior Lungometraggio di Fantascienza in Concorso) al Trieste Sci+Fi Film Festival 2016. Film co-prodotto da Stati Uniti e Polonia, già definito uno dei più memorabili film di fantascienza indipendenti degli ultimi dieci anni.
I sopravvissuti a un’epidemia globale cercano di dare un senso alla loro vita, in un mondo affetto da perdita della memoria. “Questo film è un’allegoria senza tempo sul comportamento umano, sull’intensità delle emozioni e sull’incognita del futuro” recita la motivazione.
Premio Méliès d’Argent: Sum of Histories di Lukas Bossuyt, “per aver realizzato, secondo la migliore tradizione del genere, un avvincente intreccio tra le vite dei protagonisti e il tema dell’alterazione della linea temporale, introducendo un’intrigante rilettura delle ultime scoperte della fisica quantistica”.
Premio Mélies d’argent – miglior cortometraggio: Getting Fat in a Healthy Way di Kevork Aslanyan
Premio del pubblico: Moonwalkers di Antoine Bardou-Jacquet
Premio della Rivista Nocturno: I Am Not A Serial Killer di Billy O’Brien, “Per l’insolita combinazione di humour nero, horror e romanzo di formazione, e per la capacità di far convivere i mostri della porta accanto con i nostri mostri interiori”.
Non poteva mancare il Maestro italiano Dario Argento, venuto a Trieste per presentare il suo restauro in 4K di Zombi (Dawn of the Dead) di George Romero, nella versione da lui curata per il mercato europeo, con le musiche dei Goblin. “Inizialmente Romero era un po’ risentito per il mio intervento sul suo film, ma nel corso del tempo si è reso conto che forse la mia versione non era poi tanto male”.
“Ho lavorato - ha aggiunto il regista di Profondo rosso - tenendo anche conto dei tagli che la censura richiedeva, mentre in America Zombi uscì integralmente, con il rischio però di precludersi molte sale che richiedevano il visto censura. Le cose poi si sono sistemate, infatti la versione che ora circola in blu-ray negli Usa è la mia”.
Presentato in anteprima a settembre, alla Mostra di Venezia, alla presenza di un grande estimatore della pellicola come Nicholas Winding Refn, Zombi (1978) è unanimemente considerato il capolavoro (indie) del genere, una tra le più coraggiose denunce contro il consumismo americano mai realizzato. “Il film è lo stesso, gli attori sono gli stessi, l'ambientazione è identica. Ma ora si vede molto meglio”, “Mi ricordo l'anteprima italiana del film a Torino. Fu un successo incredibile. La sala era piena. Non posso dimenticare le grida del pubblico, sembrava di essere a un concerto rock... fu bellissimo!".
Gli zombie sono tra i protagonisti – assieme ai replicanti – di questa edizione di Science+Fiction, perché - spiega il regista - “c'è una certa spietatezza di vita, una certa disumanità, che rende gli zombie molto più attuali di quanto si pensi. Le paure di oggi sono diverse, si teme il terrorismo o la violenza sulle strade. Ma le paure più profonde sono rimaste sempre le stesse. Sono quelle che vengono da dentro, dalle nostre profondità, dal nostro subconscio”. Nel corso dell’incontro con la stampa, Dario Argento ha parlato anche dei suoi progetti futuri.
A partire da The Sandman, ispirato alla fiaba dell’omino del sonno che soffia la sabbia sugli occhi dei bambini per farli addormentare, e da cui è tratto il graphic novel di Neil Gaiman. “Sarà una rivisitazione in chiave horror – ha spiegato il maestro – e le riprese, anche se ancora non abbiamo stabilito definitivamente le locations, sono state previste per febbraio-marzo 2017”. E infine Suspiria, “il mio film più conosciuto all’estero”, che tornerà in sala restaurato in 4K alla fine di gennaio.
E a proposito di Suspiria, cosa ne pensa Argento del remake “all star” annunciato da Luca Guadagnino? “Non mi pare molto utile - ha affermato - credo sia essenzialmente un’operazione commerciale. Non so nulla di quel film, finora nessuno mi ha detto niente. Adesso Guadagnino mi ha cercato e mi ha chiesto se la prossima settimana posso andare sul set a vedere come lo sta girando. Sono un po’ curioso, ma penso che non dirò nulla, sarò un testimone muto”.
Tra gli eventi di rilievo degli Incontri di futurologia tenutisi presso il Magazzino delle Idee, la presentazione condotta da Lorenzo Codelli, selezionatore del Festival di Cannes e membro della redazione di Positiv, dei tre progetti realizzati da Giuseppe Lippi, direttore della collana Urania di Mondadori.
Si tratta della riedizione filologicamente più accurata e, ad oggi più completa, della saga che H.P.Lovercraft dedicò al mostruoso mito di Cthulthu; poi il volume che raccoglie il romanzo e tutti i racconti creati da Robert E. Howard che vedono protagonista il guerriero Conan. Infine la recentissima traduzione del capolavoro di Ray Bradbury: Ferenheit 451.
Entrambi gli studiosi, hanno poi animato la discussione seguita alla proiezione di Terrore nello Spazio, il film più importante di Mario Bava, iniziatore indiscusso dell’Horrort italiano. Alla presenza del figlio Lamberto, autore come il padre, di alcuni tra i più rappresentatovi film della fantascienza italiana.
A riconfermare il valore di una delle cinematografie alle quali tra i molti, Scorsese e Tarantino, si sono dichiaratamente ispirati nel corso loro carriera.
- Trieste Sci+Fi Film Festival: le confessioni di Rutger Hauer-Roy, il replicante di Blade Runner di V.B.