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23/11/24 ore

La Verità sta in cielo, il nuovo film di Roberto Faenza



Tutto è così incredibilmente vero da sembrare impossibile (Shakespeare)

 

La suddetta frase di Shakespeare, usata da Roberto Faenza, è illuminante per inquadrare il suo nuovo film, La Verità sta in cielo, tratto dal romanzo di Vito BruschiniLa verità sul caso Orlandi” (New Compton Ed.). In effetti il regista (e sceneggiatore) in quest’opera cerca di far luce sul difficile e misterioso caso di Emanuela Orlandi, quindicenne figlia di un messo pontificio, scomparsa a Roma il 22 giugno 1983.

 

Il racconto inizia con le indagini sull’attuale Mafia Capitale da parte di un giornalista inglese, John (Shel Shapiro), che incarica la sua collega Maria (Maya Sansa), di far ricerche sulla vicenda di E. Orlandi.

 

Maria riesce a contattare Raffaella Notariale (Valentina Lodovini) che aveva già ottenuto scottanti rivelazioni da Sabrina Minardi (Greta Scarano), ex amante di Enrico De Pedis (Riccardo Scamarcio), detto Renatino, malavitoso coinvolto nella scomparsa di Emanuela.

 

Attraverso un dettagliato lavoro di ricerca basato su materiali di archivio e contatti con la famiglia Orlandi, Roberto Faenza tenta di ricostruire quello che fu uno dei più dolorosi e clamorosi casi irrisolti italiani.

 

Lunghi anni di indagini, oscure ipotesi, presunti coinvolgimenti tra criminalità, poteri forti dello Stato, alta finanza e Vaticano sono stati ampiamente illustrati da mass media nonché da scrittori in numerosi libri, ma non sono stati mai convalidati dalla Giustizia italiana: la Cassazione ha archiviato l’inchiesta nel maggio 2016.

 

Il titolo del film ha origine dalla risposta di Papa Francesco - “Emanuela ora sta in cielo”- data al fratello di Emanuela, Pietro Orlandi.

 

 Intervistato, il regista ha dichiarato che l’obiettivo del film è ovviamente quello di cercare la Verità qui in terra, in un’Italia machiavellica piena di misteri che restano sempre oscuri e irrisolti in tutti i tempi.

 

Film interessante, ma che lascia negli spettatori un grande senso di amarezza e di sfiducia in Stato, Chiesa e Giustizia, mettendo in risalto la loro incapacità di combattere intrighi e corruzione.

 

 

Ecco l’intervista rilasciata dal regista

 

Giovanna D’Arbitrio

 

 


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