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23/12/24 ore

'Batman', il ritorno del cavaliere oscuro


  • Stefano Delle Cave

E' uscito nelle sale il terzo capitolo della saga di Batman: 'Il cavaliere oscuro, il ritorno'. Ennesima convincente prova alla regia e alla sceneggiatura di Cristopher Nolan, che proponeai suoi spettatori un prodotto di gran lunga più spettacolare dei primi due. Di notevole impatto è il grande lavoro della computer grafics in grado di restituire effetti speciali mozzafiato. Ma il film è molto di più del solito blockbuster-hollywoodiano.

 

A partire dall'ambiente, Gotham City. Nolan realizza la leggendaria città di Batman girando a New York e Los Angeles,  utilizzando la Computer Graphic e mascherando qualcosa di reale con un qualcosa di fantastico in cui sono racchiuse ed esorcizzate le paure e le fragilità collettive derivate dalla crisi del terzo millennio, paure racchiuse anche all'interno dei personaggi.

 

Si pensi infatti a Bruce Waine che porta la maschera di Batman per proteggere quelli che gli sono accanto, ma anche per nascordere la sua fragilità, come allo stesso modo il suo antagonista Baine la usa per nascondere il suo passato doloroso, le sue debolezze.

 

Del resto come ha già dimostrato in passato 'Avatar' di James Cameron, nel cinema postmoderno il supereroe non esiste più ma siamo di fronte ad un uomo normale, fragile, che può soccombere, che di fronte a un presente mutevole perde la sua stabilità.

 

Ecco allora che il prestigiatore Nolan mette lo spettatore solo di fronte ad una scelta: accettare Baine come rappresentazione di quella crisi che ha colpito e sta inevitabilmete colpendo il mondo o accettare Batman l'uomo fragile reso potente dalla tecnologia, rappresentazione di una fitta realtà perfetta?

 

Ovviamente come il cittadino di Gotham sceglie Batman perchè ha bisogno di credere in qualcosa, in qualcuno, perchè la città ha bisogno di un eroe, così lo spettatore si schiera con Wein perchè ha bisogno anche lui di essere esorcizzato da una realtà mutevole che non dà più punti fermi.


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