RobertoAndò, scrittore, sceneggiatore, più noto come regista di teatro che di cinema, dopo il successo del film “Viva l’Italia”, ritorna al grande schermo con un’opera molto interessante, “Le Confessioni”,dirigendo un cast di livello internazionale.
Il racconto inizia in Germania in un lussuoso hotel sul Mar Baltico dove il direttore del FMI, Daniel Roché (Daniel Autueil), ha invitato i ministri di grandi potenze e tre persone del tutto estranee al mondo dell’economia: una scrittrice, una rock star e un monaco certosino, Roberto Salus. Roché, personaggio cinico e privo di scrupoli, rivela a Salus (Toni Servillo) di avere un cancro e pertanto vuole confessarsi per liberarsi di tutti i pesi che ha sulla coscienza.
Il giorno dopo Roché viene trovato morto e i ministri, in dubbio tra ipotesi di suicidio e omicidio, non sanno come comunicare il decesso alla stampa, soprattutto in vista della manovra finanziaria che avrebbero dovuto approvare nel corso del summit. Sospettando inoltre che in confessione egli abbia rivelato al frate decisioni finanziarie molto gravi, devastanti per i paesi più poveri e indebitati, cominciano a far pressanti domande a Salus per scoprire la verità.
L’atmosfera diventa molto tesa tra i potenti uomini politici e il monaco, una dura lotta fatte di inaspettate confessioni, dubbi, paure e minacce, in particolare silenzi e sguardi in cui Toni Servillo è davvero un maestro. Non mancano, tuttavia, sprazzi di humour che vivacizzano ritmi talvolta lenti, come l’episodio del cane di un corrotto politico che ripudia il padrone per seguire il frate.
In un’intervista il regista ha spiegato le motivazioni che lo hanno spinto a girare un film focalizzato sull’alta finanza globalizzata che sta cancellando la sovranità nazionale di tanti paesi. “Mi piace pensare che il cinema possa far riflettere la gente sui grandi temi - ha affermato - Dopo Viva la libertà, che raccontava la fuga dalla politica, con Toni abbiamo voluto immaginare un gruppo di ministri dell'economia chiamati a decidere le sorti del mondo. A volte in questi casi vengono coinvolti personaggi dello spettacolo e della cultura, a fare da testimonial delle istanze civili: mi sono affidato a questo pretesto narrativo realistico. Ho immaginato che i ministri si trovassero davanti a qualcosa in grado di spiazzarli: nella fattispecie, un monaco, interpretato da Servillo, che nel corso delle sue confessioni insinua in alcuni di loro il dubbio, al punto da trasformare il peso di quella decisione in un tormento… Per esempio, riflettere sull'illusionismo dell'economia. Gli economisti lavorano sul futuro, per loro il presente non esiste. E questo film lavora sul dualismo anima-denaro, i due poli del bene e del male… mi piaceva dare un'ipotesi per il bene. Spesso siamo affascinati dalle tenebre, io volevo dare un'idea di speranza. Per fortuna ogni tanto anche nella realtà ci sono dei ravvedimenti”.
Un thriller etico che fa riflettere come era nelle intenzioni di Roberto Andò, un regista colto, intelligente che insieme ad Angelo Pasquini ha scritto dialoghi ben calibrati tra tensione e sottile ironia. Notevoli la musica (Nicola Piovani), la fotografia (M. Calvesi) e soprattutto la bravura degli interpreti tra i quali, oltre a quelli già citati, ricordiamo Pier Francesco Favino, Connie Nielsen, Marie Josée Croze, Moritz Bleibtreu.
Giovanna D’Arbitrio